Cordèro

nobile famiglia piemontese originaria di Mondovì (sec. XIII) e successivamente divisasi nei rami di Pamparato, Montezemolo, Vonzo e San Quintino. Tra i suoi membri: Guglielmo, consigliere del comune di Mondovì nel 1298; Nicolò, sindaco della medesima città nel 1383; Baldassarre, che nel 1472 introdusse l'arte della stampa in Piemonte. Al ramo di Pamparato appartengono: Giambattista, governatore del principe Costantino d'Assia e cognato di Carlo Emanuele III (1732); Stanislao (Torino 1797-1863), aiutante di campo di Carlo Alberto e uno dei primi senatori del Regno (1848). Del ramo di San Quintino fa parte Giulio (Mondovì 1778-Torino 1857), archeologo e numismatico, direttore del Museo Egizio di Torino (1825-32). Al ramo di Montezemolo appartiene Adriano (Mondovì 1831-Torino 1902), che combatté valorosamente nelle tre guerre di indipendenza, prese parte all'occupazione di Roma (1870) e raggiunse il grado di generale di brigata. Resero illustre ancora la famiglia: nel sec. XIX, Massimo Pio Giuseppe Cordero di Montezemolo; nel sec. XX, Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e Felice Cordero di Pamparato (Torino 1919-Giaveno 1944), comandante della brigata “Campana” durante la Resistenza, catturato e fucilato dai nazifascisti, medaglia d'oro al valor militare.