Corsini

famiglia patrizia fiorentina originaria di Castelvecchio di Poggibonsi o di Pergolato di Val di Pesa. Trasferitasi in città nella seconda metà del sec. XIII e iscritta alle arti maggiori, acquistò presto una notevole importanza economica e politica, che le consentì di entrare a far parte di quella oligarchia popolare che tenne nelle proprie mani il governo della Repubblica. Raggiunse il massimo della sua potenza quando Lorenzo fu eletto papa (1730) col nome di Clemente XII. Tra i suoi membri: Neri di Cosimo, fu console dell'arte della lana nel 1270; conseguì per otto volte il priorato della Repubblica e nel 1295 tenne il gonfalonierato di giustizia. Andrea di Niccolò (1301-1374), carmelitano, vescovo di Fiesole (1362) e legato di Bologna, fu dichiarato santo da Urbano VIII nel 1629. Tommaso di Duccio (m. 1366), professore di diritto civile nello studio di Siena (1321) e di Firenze (1348), fu eletto priore per tre volte e inviato come ambasciatore presso Lodovico di Baviera (1329), a Siena (1344) e presso Lodovico d'Ungheria (1347). Matteo di Niccolò (1322-1402), dopo aver compiuto numerosi viaggi attraverso l'Europa, nel 1361 tornò ricchissimo in patria, dove attese agli studi storici e letterari. Piero di Tommaso (m. Avignone 1405), artefice della pacificazione tra Carlo IV e Lodovico d'Ungheria, fu principe del Sacro Romano Impero. Cardinale dal 1370, sostenitore dell'antipapa Clemente VII, venne scomunicato e privato della dignità cardinalizia. Filippo di Tommaso (1334-1421), fu per cinque volte gonfaloniere di Giustizia, promosse la formazione di una lega contro le compagnie di ventura (1389) e si adoperò in ogni modo per l'estinzione dello scisma (1409). Amerigo di Filippo (m. 1435), vescovo dal 1411, fu, nel 1420, il primo arcivescovo di Firenze. Filippo di Lorenzo (1578-1636), stabilitosi a Roma, vi gestì coi Medici uno dei più potenti banchi d'Europa. Ottavio di Lorenzo (Firenze 1588-Roma 1642), arcivescovo di Tarso e nunzio presso Luigi XIII (1621-23), nel 1624 fu creato prefetto di Romagna. Bartolomeo di Filippo (1622-1685) fu creato marchese di Laiatico e Orciatico da Ferdinando II (1644); religioso fino al bigottismo, protesse in modo particolare i cappuccini. Bartolomeo di Filippo (1683-1752), nipote di Clemente XII, fu creato dallo zio principe di Sismano e duca di Casigliano. Viceré e capitano generale di Sicilia (1737-47), divenne Grande di Spagna nel 1739. Chiamato a Napoli da Carlo III e messo a capo del governo, esplicò un'attiva opera riformatrice. Neri di Filippo (Firenze 1685-Roma 1770), fratello del precedente, fu creato cardinale nel 1731 e accentrò in sé un tale potere da essere in breve soprannominato il cardinale padrone. Avversò fieramente i gesuiti e fu per questo sospettato di giansenismo. Amante delle lettere e della cultura, raccolse un'ampia collezione di opere d'arte nel proprio palazzo alla Lungara in Roma. Andrea di Tommaso (1804-1868), duca di Casigliano e poi principe di Sismano; nominato nel 1848 senatore dal granduca di Toscana, fu poi ministro degli Esteri dal 1849 al 1856. § Per Neri, Tommaso e Neri, marchese di Laiatico, vedi alle singole voci.

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