Daiches, David
critico letterario inglese (Sunderland, Durham, 1912-2005). Formatosi nel vivace clima intellettuale della Oxford degli anni Trenta del Novecento, di cui egli stesso ricorda “l'euforia dell'ala sinistra”, Daiches rivelò a soli 24 anni un precoce talento critico. In New Literary Values (1936; Nuovi valori letterari) egli collocava l'opera letteraria nel contesto sociale e culturale dal quale essa nasce e al quale si riferisce in un processo osmotico, difendendo il ruolo del critico come “guardiano della cultura” in un mondo in crisi. In The Novel and the Modern World (1939; Il romanzo e il mondo moderno) l'obiettivo si spostava sul concetto di opera d'arte e sulle sue caratteristiche tecniche: un lavoro letterario è per sua natura estremamente complesso, intrattiene relazioni con una quantità di fenomeni correlati e nessun linguaggio tecnico può completamente interpretarlo; per un corretto approccio al testo è quindi necessario fare ricorso a un intelligente pluralismo. Daiches sottolinea il concetto della soggettività della lettura dei testi, la cui interpretazione varia al variare delle esperienze culturali e umane del lettore e delle sue attese emotive. Critical Approaches to Literature (1956; Approcci critici alla letteratura) e A Critical History of English Literature (1960; Storia della letteratura inglese) sono l'espressione di questa posizione estetica. Esempio classico di critico tradizionale, colto e ben informato, Daiches ha dato importanti contributi alla critica letteraria inglese, curando eleganti saggi su R. Stevenson, V. Woolf, R. Burns, G. Eliot.