Delacroix, Eugène

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pittore e incisore francese (Charenton-Saint-Maurice 1798Parigi 1863). Nel 1815 entrò nello studio di P. N. Guérin dove conobbe Géricault. L'anno seguente iniziò a frequentare l'École des Beaux-Arts e a studiare gli antichi maestri del Louvre. Nel 1822 espose al Salon la Barca di Dante (Parigi, Louvre), che ebbe un enorme successo, mostrando l'uso di una gamma cromatica fatta di toni cupi, simile a quella della Zattera della Medusa di Géricault. Cominciò quindi a dipingere il Massacro di Scio (Parigi, Louvre) che espose al Salon del 1824 e il 3 settembre del 1822 diede inizio al suo Diario (1822-63) che, assieme agli Scritti critici e alla corrispondenza, costituisce un'eccezionale documentazione sulla vita culturale dell'Ottocento francese. Il Massacro e poi la Morte di Sardanapalo (1828, Parigi, Louvre) risvegliarono l'interesse del pubblico, ma furono severamente giudicati dalla critica e indignarono i classicisti. La rivoluzione del 1830, che portò al potere il duca di Orléans, Thiers e Talleyrand, suoi protettori, aprì il suo periodo migliore: la Libertà che guida il popolo (Parigi, Louvre), esposta al Salon del 1831, venne acquistata dallo Stato. Nel dicembre 1831 Delacroix ottenne di far parte della delegazione inviata dal governo francese al sultano del Marocco per un negoziato diplomatico. Questo viaggio, durato sei mesi, dal gennaio al luglio del 1832, e che lo portò in Marocco, in Algeria e nella Spagna meridionale, gli suggerì innumerevoli spunti per le sue opere e una nuova visione del colore. Le donne d'Algeri (1834, Parigi, Louvre), Il caid marocchino (1837, Nantes) oltre a mostrare il suo completo distacco dalla linea classica di David e dei suoi discepoli, rivelano le sue ricerche sul colore e sulla scomposizione dei toni. Dal 1833 si dedicò anche alle grandi decorazioni: il Salon du Roi e la biblioteca del palazzo Borbone (1833-47), la biblioteca del palazzo del Lussemburgo (1840-47), il soffitto della Galleria di Apollo al Louvre (1850-51), il soffitto del Salon de la Paix nell'Hôtel de Ville (1852-54, distrutto nel 1871). Nel 1855, all'Esposizione Universale, fu organizzata la mostra di Delacroix che contava ben 41 quadri e gli furono dedicati due saggi fondamentali di Baudelaire e Sylvestre. Eletto membro dell'Accademia nel 1857, tenne la sua ultima mostra al Salon del 1859 con 34 opere. La pittura di Delacroix, complessa, ricca di sapienza, di cultura storica specifica e di profondi legami con la politica, la letteratura, la musica, la filosofia e la scienza del suo tempo, è l'espressione di un modo di vedere, di sentire e di pensare in tutto romantico.

Bibliografia

R. Escholier, Delacroix, Parigi, 1963; M. Sérullaz, Les peintures murales de Delacroix, Parigi, 1963; C. Maltese, Delacroix, Milano, 1965; G. Marchiori, Delacroix, Firenze, 1969; L. Rossi Bortolatto, L'opera pittorica completa di Delacroix, Milano, 1972; A. Cipriani, Delacroix, Roma, 1980.

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