Diocleziano, Gàio Aurèlio Valèrio

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Biografia

(latino Caíus Aurelíus Valeríus Diocletianus). Imperatore romano (Salona, odierna Spalato, 245-313). Di umile famiglia, fece carriera nell'esercito e rivestì il consolato sotto Aureliano. Alla morte di Numeriano, nel 284, fu proclamato imperatore dai suoi soldati. Nel 285 scelse come Cesare, quasi un viceimperatore, Massimiano, pannonico rozzo, a lui devoto, e nell'anno successivo se lo associò nell'impero come Augusto, facendolo assistere a sua volta come Cesare da Galerio e nominando poi come suo nuovo Cesare Costanzo Cloro. Galerio affiancò Diocleziano in Oriente, dove aveva scelto come capitale Nicomedia, Costanzo Cloro aiutò in Occidente Massimiano che aveva preso residenza a Milano. Nasceva così l'istituto della tetrarchia, avente per scopo di assicurare un rigido controllo dell'impero in campo militare e amministrativo e garantire la continuità nella successione in quanto ai due Augusti avrebbero dovuto succedere i due Cesari, evitandosi così le lotte furiose che avevano reso tanto difficile la vita pubblica nell'ultimo mezzo secolo. I primi anni di regno di Diocleziano furono impegnati nella repressione di numerose rivolte, di Carausio e Alletto in Britannia, e di Achilleo in Egitto, e da numerose guerre lungo tutte le frontiere, contro i Germani sul Reno, contro i Sarmati e i Goti sul Danubio, contro i Persiani in Mesopotamia, contro tribù nomadi in Africa. Nella seconda parte del suo regno, Diocleziano compì un'imponente opera di riorganizzazione dello Stato e dell'esercito, completando le riforme abbozzate dagli immediati predecessori, mirando con ciò a semplificare e uniformare nelle 51 province in cui aveva diviso l'impero (raggruppate a loro volta in nuove grandi circoscrizioni, le diocesi, in numero di 12, senza più distinzione e privilegi nemmeno per l'Italia) l'amministrazione, la giustizia, le finanze. Portò gli effettivi dell'esercito a quasi 500.000 uomini, separando i reparti di stanza sulle frontiere, i limitanei, da quelli mobili di manovra, i comitatenses. L'aumento delle spese militari e di quelle per la burocrazia che le riforme svilupparono velocemente, nonché i grandi mezzi richiesti per le opere pubbliche eseguite nelle principali città dell'impero (a Roma costruì le famose terme, a Spalato il grande palazzo che fu la sua dimora negli ultimi anni di vita) lo portarono a istituire un nuovo sistema di tassazione di tipo catastale, teso ad assicurare entrate sicure e regolari: divise infatti tutti i terreni in tante parcelle di uguale capacità produttiva, stabilendo di quindici in quindici anni (indictio) l'importo da pagare per ciascuna unità imponibile. Cercò di rivalutare la moneta con nuove emissioni. Mirò a contenere il rincaro in corso col famoso editto sul massimo dei prezzi del 301, rimasto poi senza esito malgrado le pene severissime. In campo religioso accentuò il carattere divino dell'imperatore, anche nelle forme esterne (diadema, genuflessione, ecc.) alla maniera orientale. L'urto con i cristiani divenne inevitabile: al loro rifiuto di partecipare ai sacrifici della religione tradizionale, che voleva ovunque ripristinata, scatenò, nel 303, spinto da Galerio, la più sanguinosa delle persecuzioni, con innumerevoli martiri in Italia, in Africa, in Oriente. Nel 305, ormai stanco e malato, abdicò lasciando il potere a Galerio e costrinse anche Massimiano a fare altrettanto con Costanzo Cloro. Negli ultimi anni si ritirò a vivere nel suo palazzo a Salona. Sebbene fosse essenzialmente un soldato e perciò poco sensibile ai valori della cultura, Diocleziano ebbe tuttavia una mente realistica e uno spiccato talento politico: doti, queste, che gli consentirono di frenare la decomposizione dello Stato romano, assestandolo su un'organizzazione nuova che riuscì a far sopravvivere l'impero ancora per quasi due secoli. L'influenza di questa struttura statale, frutto del genio organizzativo di Diocleziano, fu profondamente sentita nel Medioevo: servì di modello in Germania per creare un'organizzazione statale efficiente e fu motivo ispiratore per la formazione degli Stati assolutistici dell'età moderna.

Iconografia

Il ritratto di Diocleziano ci è noto da una ricca serie di monete e da varie opere di scultura. Tra queste il busto entro corona di alloro nel fregio interno del mausoleo di Diocleziano a Spalato e la vigorosa testa della villa Doria Pamphili a Roma. Si è voluto riconoscere l'imperatore anche nei gruppi in porfido dei tetrarchi in S. Marco a Venezia e nella Biblioteca Vaticana.

Bibliografia

W. Ensslin, Zur Oestpolitik des Kaiser Diokletian, Monaco di Baviera, 1942; W. Seston, Dioclétien et la tétrarchie, Parigi, 1946; L. Pareti, Storia di Roma, Torino, 1962; F. Masi, Diocleziano, Roma, 1990.

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