Definizione

(latino Germani). Grande popolazione del mondo antico, comprendente numerosi gruppi, dei quali non sempre è facile seguire le vicende e gli spostamenti per il loro frequente riassorbimento in gruppi maggiori o per la loro fusione con altri popoli. Il termine è di origine celtica: furono i Gallid attribuirlo, nel sec. III a. C., ai gruppi di Germani penetrati nella zona del Reno inferiore, estendendolo poi a tutti gli altri gruppi affini.

Storia

Presenti fin dal III millennio a. C. nella Scandinaviameridionale e nelle altre regioni costiere del Baltico, i Germani si spinsero in tempi successivi verso la Germania, di cui completarono l'occupazione verso il sec. III a. C., cacciandone i Galli che si rifugiarono nella Gallia. Loro propaggini, i Bastarni e gli Sciri, raggiunsero, nel sec. II a. C., il Danubio. Alla fine del sec. I a. C. altri gruppi compatti, Cimbri, Teutoni, Ambroni, scesero in Italia e nella Gallia meridionale, ma furono distrutti da Mario. Ariovisto, a capo d'un gruppo di Suebi, entrò in Gallia nel 58 a. C., ma Cesare lo respinse al di là del Reno. La forte tribù dei Marcomanni, insediata tra il Reno e il Danubio, avanzò successivamente verso la Boemia estromettendone i Galli Boi. Altri Suebi, insediati tra l'Elba e il Meno, con i Quadi, occuparono, nel sec. II d. C., la Pannonia. Quando singole tribù si spostavano, altre venivano risospinte in nuove sedi, come nel caso degli Usipeti e dei Tenteri, costretti a oltrepassare il Reno. Al tempo di Cesare, tra l'Elba, il Weser e lo Harz, erano stanziati i Cherusci, mentre fra la Mosa e il Reno vi erano i Batavi, propaggine dei Catti. Nel sec. I d. C. i Longobardi erano stanziati sull'Elba inferiore, ma emigrarono in Pannonia nel sec. V. Anche i Sassoni erano stanziati sull'Elba inferiore. Sull'Oder vi erano, invece, i Vandali, mentre a Nord della Vistola si trovavano i Burgundi. Dalla Vistola scesero gradualmente i Goti, assieme ai Gepidi, verso il Mar Nero e la Transilvania. Un forte gruppo era quello degli Alamanni in Alsazia e nel Palatinato, mentre i Franchi erano a ridosso del Reno inferiore. Gli Angli erano insediati sulle coste del Mar del Nord. Tutti questi popoli furono tenuti a bada dai Romani fino a circa il sec. III d. C. e il compito non fu difficile: si trattava di tribù frazionate, senza unità politica. Era solo la comunanza di modi di vita, di costumi e di religione che faceva rilevare in loro, dai popoli vicini, una certa civiltà comune: struttura tribale con aristocrazie guerriere, uomini liberi e schiavi, diritto consuetudinario, gravi pene contro l'adulterio; grande considerazione in cui era tenuta la donna; elezione dei re nelle assemblee; armamento costituito da lancia, ascia a doppio taglio, lunga spada; caccia, allevamenti intensivi, agricoltura; culto della natura; assenza di caste sacerdotali; mancanza di credenza nella morte: i guerrieri defunti, bruciati o inumati, con le armi e gli attrezzi personali, erano accompagnati dalle Valchirie presso Wodan per prendere parte a banchetti e combattimenti. La pressione di tutti questi popoli sui confini dell'Impero romano, lungo il Reno e il Danubio, si intensificò dal sec. III d. C., si fece drammatica nella seconda metà del IV con l'accoglimento di gruppi di essi come federati o mercenari, e culminò nel sec. V, quando, dopo il sacco di Roma da parte dei Goti di Alarico nel 410, i Germani, spinti a loro volta da altri popoli, tra i quali gli Unni, dilagarono in ogni direzione dando vita a regni romano-barbarici, per lo più effimeri. Il regno dei Franchi di Clodoveo si consolidò nel sec. VI, con la sottomissione di altri gruppi di Germani che si aprirono agli influssi del cristianesimo e della civiltà romana. Sulla Germania cominciarono a premere altri popoli (Slavi, Danesi). Con Carlo Magno non c'erano più Germani ma sudditi dell'“imperatore romano”. Con lo smembramento dell'impero, alla metà del sec. IX è comparso il nome di Germania nella sua accezione storica.

Religione

Una religione organica comune a tutti i popoli germanici non esiste: si deve parlare invece di tante religioni (non o scarsamente documentate) quante sono state le unità politico-culturali (popolazioni, tribù, ecc.) delle genti di lingua germanica. Tante religioni diverse nello spazio e nel tempo: notevole è, infatti, la differenza tra una cultura germanica meridionale e una cultura nordica (norrena), come diverse sono le testimonianze romane, secondo le quali i Germani adoravano solo il Sole, la Luna e il fuoco (Cesare), non avevano sacerdoti (Cesare), né templi e immagini divine (Tacito), dalle testimonianze medievali (soprattutto l'Edda), le quali ci documentano invece un politeismo abbastanza articolato. Se ne ricava l'impressione di un politeismo sorto per influsso della cultura romana, a partire da credenze indigene di vario genere. In altri termini, ciò che avrebbe accomunato le diverse genti germaniche, da un punto di vista genericamente culturale e specificamente religioso, sarebbe stata la loro romanizzazione; così come, in seguito, sarebbe stata la cristianizzazione a conseguire un'effettiva e definitiva unità culturale germanica. Per questi motivi, soltanto dalla documentazione medievale e nordica si ricava il quadro passabilmente organico di una religione germanica. Ed è un quadro che, anche se composto di elementi d'indubbia arcaicità, rivela una struttura recente, mediante la quale si vuol significare: un'acquisita coscienza germanica (cosmologia, ordinamento divino); la costruzione di una tradizione destinata a sorreggere o a fondare tale coscienza (mitologia); l'inserimento del mondo germanico nell'attualità, sentito come una rinuncia al passato e una rigenerazione (mito escatologico del “crepuscolo degli dei”). Il sistema cosmologico che deve fornire uno spazio vitale al mondo germanico nella sua presa di coscienza è evidentemente etnocentrico, ossia pone la “germanicità” al centro dell'universo. È uno spazio “centrale” che gli dei “recintano” per separarlo e difenderlo dalle forze caotiche (= non germaniche): si chiama appunto Midgardr, ossia “Recinto centrale”, ed è concepito come un'immensa fortezza. All'esterno, detto Utgard o “Recinto esterno”, ci sono demoni, giganti, i morti (secondo una concezione) e, a sud, il regno del fuoco (Múspellsheim), incombente minaccia per il Midgardr. All'interno del Midgardr stanno anche gli dei che sovraintendono al suo ordinamento; vivono separati dagli uomini in un loro “recinto” o fortezza, l'Asgard. A questa visione orizzontale, quasi una geografia mitica di popoli nomadi provvisoriamente accampati in “recinti” o fortezze, fa riscontro una visione verticale comune a popoli siberiani, altaici e tatariquella dell'albero cosmico (per i Germani Yggdrasill, il “cavallo di Ygg”, il “Terribile”, un appellativo del dio Odino) o di un altro tipo di “asse del mondo” (il pilastro cosmico Irminsul dei Sassoni, la montagna cosmica Himinbjörg), che unisce il sottoterra, che qui diventa la sede del caotico (anche dei morti: il sotterraneo regno di Hel), la superficie terrestre, dove vivono gli uomini, e il cielo, dove, in questa concezione, sono localizzati gli dei e i guerrieri morti combattendo (in un Hel celeste, detto Walhalla). Dall'albero cosmico Yggdrasill, al quale rimase impiccato per nove giorni e nove notti, deriva la sapienza di Odino, il re degli dei. È una sapienza di tipo “sciamanico”, e in effetti il mito di Odino si richiama al rito della scalata sciamanica di un albero o di un palo mediante la quale lo sciamano di molti popoli asiatici nell'esercizio delle sue funzioni raggiunge l'extraumano o sovrumano. Il retaggio sciamanico è del resto presente anche negli operatori sacrali dei Germani che sono guaritori, indovini, ecc. più che sacerdoti in senso politeistico. Lo stesso Odino ha una sapienza di tipo magico-divinatorio: opera con le rune (le lettere dell'alfabeto germanico intese come “segni” magico-cleromantici) al modo degli indovini germanici; e soprattutto opera in condizione d'estasi: la sua potenza è il furor (tedesco Wut, dalla radice che ha dato il nome a Wodan, Odin) inteso sia come furor estatico (Wodan=latino vatis), sia come furor bellico (Odino è anche dio dei guerrieri, e soprattutto dei bersekir, i famosi guerrieri estatici dei Germani). La guerra, la conflittualità, è al centro di questa presa di coscienza del germanesimo nei modi di una religione. Lo stesso ordine divino è provvisorio: deriva da una tregua del conflitto tra due categorie di dei: gli Asi e i Vani. Si vive, come si è visto a proposito della concezione del Midgardr quale sede degli uomini, come in un campo fortificato. Niente è stabile, niente è perenne. Nemmeno gli dei. Un giorno dal regno igneo del sud divamperà una specie di conflagrazione universale. Le forze caotiche passeranno all'attacco. Gli dei cadranno: si avrà il ragnarök (ant. islandese, il “destino degli dei”) o ciò che per un processo paraetimologico è detto anche ragnarøkkr (røkkr, tenebra, al posto di rök, destino), il “crepuscolo degli dei” (tedesco, Götterdämmerung). Odino sarà divorato dal lupo Fenrir. Il mondo germanico, che ha preso appena coscienza di sé, distrugge il suo passato e si presenta alla cultura occidentale come una forza nuova aperta al futuro. Il nuovo ordine non si svolgerà più sotto il segno di Odino, ma sotto quello di Baldr, il figlio di Odino personificante un elevato concetto di divinità. Amato e protetto dagli dei, egli tuttavia non può vivere nel mondo governato dal padre, che non sa difenderlo, e Baldr morirà per mano del cieco Hodh (“Battaglia”) guidato dal malvagio Loki. Ma, terminato il regno di Odino, Baldr tornerà sulla Terra a instaurare una nuova era.

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