Dix, Otto

pittore e incisore tedesco (Untermhaus, Gera, 1891-Singen 1969). Dal 1909 al 1914 studiò alla Scuola d'arte industriale e all'Accademia d'Arte di Dresda. Durante gli anni di guerra (1914-18) combatté sul fronte francese, in Polonia e in Russia. Nel 1919 fu nominato assistente all'Accademia di Dresda e fece parte del gruppo secessionista della città. Passò quindi a Düsseldorf, poi a Berlino dove nel 1923 fondò con G. Grosz il movimento della “Neue Sachlichkeit” (Nuova Oggettività). Per l'intervento dei nazisti nel 1933 dovette lasciare l'Accademia di Dresda (dove era incaricato dal 1925) e contemporaneamente gli venne proibito di esporre, mentre nel 1937 le sue opere figurarono addirittura all'esposizione dell'arte degenerata di Monaco. Alla vigilia della II guerra mondiale quasi trecento sue tele appartenenti a collezioni private vennero confiscate. Sulla sua pittura, inizialmente influenzata dal postimpressionismo del suo maestro Feldbauer e quindi sviluppatasi attraverso un tardo espressionismo in cui affioravano presenze di primitivismo e di cubismo e i successivi stimoli dell'arte dada, agì come vitale energia di rinnovamento la meditazione sulle esperienze belliche, che l'artista rievocò (1923-24) nelle 50 incisioni intitolate Der Krieg (La guerra), svolgendo, attraverso una rappresentazione minuziosa, con un segno affilato e chiaro e con una resa solo apparentemente realistica di ambienti urbani miseri e squallidi, una documentazione serrata sugli orrori della guerra. Nel secondo dopoguerra attenuò il duro linearismo delle sue immagini con una pennellata più morbida e sfumata, che si avvicina a quella espressionistica di Nolde e si volge a una nuova tematica biblica e religiosa.

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