Dégli Espòsti, Pièra

attrice italiana (Bologna 1939 - Roma 2021). Formatasi in gruppi sperimentali (Teatro 101 di Roma), si è imposta tra il 1969 e il 1976 al Teatro Stabile dell'Aquila, lavorando con registi come Calenda (Operetta di Gombrowicz, 1969); Trionfo (Arden di Feversham di anonimo elisabettiano, 1971) e Cobelli (La pazza di Chaillot di Giraudoux, 1972; La figlia di Iorio di D'Annunzio, 1973; Antonio e Cleopatra di Shakespeare, 1974). Le sue doti d'attrice ricca di estri, di sensibilità e di forza comunicativa si sono soprattutto espresse nel monologo Molly cara (1979) da Joyce e in Rosmersholm di Ibsen (1980), diretto da Castri. Gli anni '80 sono ricchi per lei di esperienze poliedriche e di alto livello: La lunga notte di Medea di Corrado Alvaro, diretta da Werner Schroeter, Antigone con Tino Carraro (regia di Massimo Liguori Scaglione), Zoo di vetro di Williams, diretta da Furio Bordon. Collabora poi ancora con Calenda in Madre coraggio e con Sandro Sequi nella Berenice di Racine, mentre si misura, al Teatro Greco di Siracusa, con l'Alcesti di Euripide. Dal 1993 i suoi lavori teatrali sono legati ad alcune regie di Alberto Casari, poi collabora con Raffaele Viviani ne La musica dei ciechi, (ancora) con Calenda nel Prometeo di Eschilo, con Cappuccio nell'Edipo a Colono. Fedele alla sua inesauribile ricerca artistica, si misura anche con la comicità, ne Un’indimenticabile serata, tratto da Achille Campanile (1997). Innumerevoli poi i lavori seguenti, tra i quali ricordiamo soprattutto i classici Agamennone, Coefore, Persiani, Eumenidi di Eschilo. Nel 2006 torna in teatro con il recital Un'indimenticabile serata. Frequenta anche il mondo dell’opera lirica, dirigendo Lodoletta di Mascagni, La notte di un nevrastenico di Nino Rota, La voce umana di Poulenc. Senza mai abbandonare il teatro, si è dedicata al cinema come sceneggiatrice (Storia di Piera, 1983 e Il futuro è donna, 1984 entrambi di Marco Ferreri) e come interprete. Nel 2002 ha recitato nel film di Marco Bellocchio, L'ora di religione, interpretazione per la quale è stata premiata, nel 2003, con il David di Donatello come miglior attrice non protagonista, e ha interpretato nel 2004 Il vestito da sposa di F. Infascelli. Nella sua carriera cinematografica ha collaborato inoltre con i fratelli Taviani (Sotto il segno dello scorpione), Pasolini (Medea), Nanni Moretti (Sogni d’oro), Lina Wertmüller, Giuseppe Tornatore (La sconosciuta), Paolo Sorrentino (Il divo, con cui vince un altro David di Donatello). Nel 2011 recita ne I bambini della sua vita (regia di Peter Marcias), interpretazione che le vale il Globo d'oro alla miglior attrice. Del 2013 è il documentario Tutte le storie di Piera (diretto sempre da Marcias), presentato al Torino Film Festival, che in quell'occasione le tributa il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera, dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema. Ha lavorato anche in TV: nel 1966 debutta nel celebre sceneggiato Il conte di Montecristo e partecipa allo sceneggiato diretto da Nicotra I promessi sposi, mentre tra le ultime presenza televisive vanno annoverati i lavori diretti da Riccardo Milani, tra cui la serie Una grande famiglia. Tra le sue opere letterarie, va citato soprattutto il romanzo autobiografico Storia di Piera (1980), scritto assieme a Dacia Maraini (da cui venne tratto poi l'omonimo film), a cui fecero seguito Bravo lo stesso! - Il teatro di Piera Degli Esposti (2014) e L'estate di Piera (2020), scritto con Giampaolo Simi e ambientato nei luoghi della sua vita artistica a Roma.

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