Gavardo

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comune in provincia di Brescia (22 km), 199 m s.m., 29,58 km², 10.089 ab. (gavardesi), patrono: santi Filippo e Giacomo (3 maggio).

Centro situato sul fiume Chiese all'imbocco della val Sabbia. Nel Medioevo fu possesso dell'abbazia di Leno e poi dei vescovi bresciani. Distrutto nel 1235 da Ezzelino da Romano, passò agli Scaligeri (1362), quindi ai Visconti (1398); entrò a far parte nel 1428 di Venezia. Durante il periodo della Repubblica Cisalpina fu aggregato al cantone di Benaco.§ La gotica chiesetta di San Rocco (sec. XV) è decorata da affreschi ex voto del sec. XVI; sono del sec. XV la chiesa di Santa Maria degli Angeli e alcuni edifici con portici e loggette, mentre la parrocchiale (sec. XVI, ampliata nel 1915) conserva fastosi altari barocchi e opere di Giulio Cesare Procaccini e Tommaso Bona. Il Museo Archeologico custodisce uno scheletro di Ursus spelaeus di epoca glaciale e collezioni di reperti dalla preistoria al Medioevo.§ Risorsa principale è l'industria, sviluppata nei settori metallurgico (fonderie), metalmeccanico (caldaie, macchine utensili, carpenterie, stampi), tessile, calzaturiero, degli arredi commerciali, dell'abbigliamento, delle materie plastiche e della lavorazione del legno. Nel territorio si trovano rinomate cave di marmo. L'agricoltura produce cereali, ortaggi, uva da vino e foraggi per l'allevamento bovino e avicolo.

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