Gobétti, Pièro

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scrittore e uomo politico italiano (Torino 1901-Parigi 1926). Di origine modesta, compiuti gli studi universitari si impegnò precocemente nell'attività politico-letteraria, sia fondando e dirigendo Energie Nuove, quindicinale di impostazione idealista cui collaborarono Gentile, Croce, De Ruggiero, Mondolfo ed Einaudi, sia curando la rubrica di critica teatrale su l'Ordine Nuovo di Gramsci. Dopo aver aderito nel 1919 alla Lega democratica per il rinnovamento della politica nazionale, Gobetti se ne allontanò l'anno successivo non condividendone l'impostazione combattentista. In polemica con le tesi nazionaliste si impegnò anzi a sostenere la Lega degli Amici dell'Unità, pur avendo rifiutato la direzione del periodico salveminiano, adducendo la propria insufficiente preparazione politico-culturale. Attraverso la sua infaticabile attività di pubblicista Gobetti esercitò una mordente critica nei confronti della classe dirigente italiana, sottolineandone la responsabilità della profonda frattura esistente tra governo e masse popolari fin dal Risorgimento, da lui considerato come una rivoluzione mancata. Dinanzi al fallimento del liberalismo, compromessosi con il cattolicesimo e incurante di creare strutture economiche moderne nello Stato italiano, Gobetti individuò la sola possibilità di riscatto nel movimento operaio che, insieme agli intellettuali, sostenitori di una cultura libera dai vecchi schemi e avversa a ogni forma di riformismo e burocratismo, avrebbe dovuto creare un fronte unitario per un radicale rinnovamento della vita politica italiana. La Rivoluzione Liberale, fondata nel 1922, e Il Baretti, quindicinale letterario fondato nel 1924 (e che gli sopravvisse per qualche anno) furono le tribune da cui Gobetti sostenne tale tesi. Avversario implacabile del fascismo, chiese le dimissioni di Mussolini dopo l'assassinio di Matteotti nel 1924 proponendo, in polemica con l'atteggiamento passivo dell'Aventino, la costituzione di un Antiparlamento delle opposizioni. Perseguitato dal fascismo, esulò a Parigi per continuare la lotta politica, ma morì quasi subito a causa delle percosse subite prima di lasciare l'Italia. Scritti principali: La filosofia politica di Vittorio Alfieri (1923), La frusta teatrale (1923), La rivoluzione liberale (1924), Risorgimento senza eroi (postumo, 1926), Paradosso dello spirito russo (postumo, 1926), Scritti politici (postumo, 1960).

Bibliografia

N. Valeri, Da Gobetti a Mussolini, Firenze, 1956; W. Maturi, Interpretazioni del Risorgimento, Torino, 1962; A. M. Lumbelli, Piero Gobetti, storico del presente, Torino, 1967; N. Bobbio, Profilo ideologico del Novecento, in E. Cecchi, N. Sapegno, Storia della letteratura italiana, Milano, 1969; M. Fubini, Saggi e ricordi, Milano-Napoli, 1971; G. Prezzolini, Gobetti e La Voce, Firenze, 1971; Autori Vari, Per Gobetti. Politica arte e cultura a Torino, Firenze, 1976; P. Spriano, Gramsci e Gobetti, Torino, 1977.

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