Grünewald, Matthias

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nome con cui è noto il pittore tedesco Mathis Neithardt, poi Gothardt (diletto da Dio), appellativo preferito dall'artista (Würzburg 1475/1480-Halle 1528 o 1531). Scarsissime sono le notizie su Grünewald; dopo una probabile formazione nella cerchia di Schongauer, nel 1501 entrò al servizio dei Brandeburgo, arcivescovi di Magonza, operando come pittore e architetto di corte nelle residenze di Würzburg, Aschaffenburg, Halle fino al 1526, quando ruppe i rapporti con il principe Alberto per dissensi politico-religiosi, rifugiandosi a Francoforte. Motivi di polemica ideologica potrebbero forse spiegare la scarsità di fonti letterarie e il fatto che già alla fine del sec. XV l'artista fosse praticamente sconosciuto, mentre l'altare di Isenheim, considerato uno dei massimi capolavori tedeschi, veniva attribuito a Dürer. Una vera ricerca sistematica su Grünewald iniziò in Germania nell'ambito dell'espressionismo, che lo esaltò come grande rappresentante della spiritualità del popolo tedesco. La critica attuale tende a individuare le componenti della sua cultura figurativa nei probabili rapporti con Dürer e Cranach e nelle influenze fiamminghe e italiane (Mantegna, Iacopo de' Barbari). I frammenti dell'altare di Lindenhardt (1503, parrocchiale) costituiscono la prima opera superstite di Grünewald, già pienamente matura sia nel colore, fantastico e ricchissimo, esaltato da guizzi di luce, sia nel segno ossessivo e tormentato. Progressivamente, attraverso il Cristo deriso (1503; Monaco, Alte Pinakothek), la Crocifissione (Basilea, Museo) , il Crocifisso del duca di Baviera (Washington, National Gallery of Art), il carattere fantastico si trasforma in un'interpretazione visionaria dell'episodio sacro, che raggiunge la sua massima espressione nell'altare di Isenheim (1512-16; Colmar, Museo Unterlinden). Chiuso, il polittico presenta la Crocifissione: il corpo di Cristo straziato dalle piaghe campeggia su una landa desolata e incombe sul drammatico gruppo delle pie donne e dei santi. Nel primo ordine interno l'Annunciazione, la Madonna col Bambino e la Resurrezione, incredibile fantasmagoria di colori irreali e di luce abbagliante. Nel secondo ordine interno, tra le figure scolpite da Nicolas Hagenauer, spicca la Tentazione di Sant'Antonio con il suo terrificante sabba di demoni sullo sfondo di un paesaggio incantato. Il dramma angoscioso della morte di Cristo si ripete nella Salita al Calvario e nella Crocifissione (1523-25; Karlsruhe, Museo), pannello superstite di un perduto altare, mentre il mistico lirismo della Riforma si rivela appieno nel Miracolo della neve (1517-19; Friburgo, Museo). "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 6 pp 364-366" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 6 pp 364-366"

E. Ruhmer, Grünewald. The Drawings, Londra, 1965; F. Hantecœur, Éloge de Matthias Grünewald, Parigi, 1987.

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