Juárez, Benito Pablo

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uomo politico messicano (San Pablo Guelatao 1806-Città di Messico 1872). Benché nato da una povera famiglia di indios zapotechi, riuscì a laurearsi in diritto all'Università di Oaxaca. Entrato in politica fra le file del Partito liberale, deputato dal 1846, dovette vivere all'estero dal 1853 per essersi opposto ad A. López de Santa Anna. Tornò in Messico dopo la vittoria dei liberali e, come ministro della Giustizia (1855), abolì i tribunali speciali e i privilegi dell'esercito e della Chiesa. Presidente della Corte Suprema di Giustizia dal 1857, quando il generale conservatore Zuloaga depose il presidente I. Comonfort, Juárez si ribellò al golpe anticostituzionale e con l'appoggio degli USA stabilì a Veracruz un governo provvisorio. Con le cosiddette leggi di Riforma (luglio 1859) e con la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici ottenne un massiccio appoggio popolare e, dopo tre anni di guerra civile contro i conservatori, nel 1861 entrò vincitore nella capitale e fu eletto presidente. Dopo la vittoria, la sospensione del pagamento dei debiti dei governi precedenti provocò l'intervento di Spagna, Gran Bretagna e Francia; Juárez riuscì ad accordarsi con le prime due, ma dovette fronteggiare l'espansionismo di Napoleone III. Le truppe francesi invasero il Messico nel 1862 aprendo la via a Massimiliano d'Asburgo, prescelto da Napoleone per condurlo all'incoronazione quale imperatore dello Stato latino-americano. Juárez non si diede per vinto e con l'aiuto statunitense guidò la lotta di liberazione fino all'abbattimento di Massimiliano (1867). Poco dopo convocava il Congresso e iniziava la sua politica di riforme. Nel 1871 veniva rieletto presidente, ma l'anno successivo un attacco cardiaco lo stroncava.

Bibliografia

C. A. Smart, Viva Juárez! A Biography, Filadelfia, 1963; F. Ricciu, La rivoluzione messicana, Milano, 1968.

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