Karkemiš

(accadico, Kargamis; ebraico Karkěmiš, egiziano Krk-gmš), antica città siriana sulla riva destra dell'Eufrate, oggi Ğerablus. Già nel sec. XVIII a. C. era capitale di un regno importante, i cui re erano in rapporti coi re di Assiria e di Mari. Verso il 1750 la città rientrò nell'orbita politica di Yamhad (Aleppo) e venne poi annessa dall'antico regno ittita (ca. 1620-1560) e infine dal regno di Mitanni (ca. 1560-1350). Verso il 1350 fu espugnata da Šuppiluliuma, che ne fece il fulcro del controllo ittita sulla Siria, ponendovi come re suo figlio Piyaššili (o Šarru-Kušuh) e trasferendovi un'élite di funzionari ittiti. Piyaššili e i discendenti ampliarono il territorio di Karkemiš e assunsero la funzione di viceré ittiti in Siria; quando l'impero crollò (ca. 1190), la dinastia di Karkemiš rimase al suo posto. Tra l'850 e il 750 Karkemiš raggiunse la massima potenza commerciale, ma fu sottoposta a tributo dall'Assiria, il cui re Sargon II la conquistò (717 a. C.), riducendola a provincia assira. Non perse però la sua importanza economica e la “mina di Karkemiš” era l'unità ponderale di base nelle province occidentali. Decadde invece passando al dominio neo-babilonese, riducendosi a semplice nodo stradale. In età ellenistica fu conosciuta con il nome di Europo. La ricerca archeologica ha portato alla luce palazzi con ampie facciate e portici sostenuti da colonne; all'interno le pareti erano coperte da mattonelle policrome con motivi geometrici e vegetali. La base degli edifici era costituita da ortostati ornati a rilievo con scene di vittorie militari o della vita di corte. Rari gli esempi di sculture monumentali a tutto tondo.

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