Kelsen, Hans

filosofo del diritto ceco (Praga 1881-Orinda, California, 1973). Insegnò diritto pubblico a Vienna e a Colonia. Nel 1933 andò in esilio perché contrario al nazismo e insegnò a Ginevra fino al 1940, per passare poi all'Università di California, negli Stati Uniti. È il massimo esponente del positivismo giuridico, che identifica il diritto col fatto oggettivo della norma e non gli riconosce una matrice naturale. La sua concezione (detta teoria formalistica del diritto o normativa o pura) definisce il diritto non in base al suo contenuto ma alla sua forma: il diritto è tale in quanto è la struttura formale (ordinamento) di una società. La scienza giuridica pertanto non cerca di giudicare sui contenuti (in particolare sulla giustizia) ma sul fatto del diritto, descrivendolo e sistemandolo. A tale proposito Kelsen ha elaborato una distinzione tra giudizi di valore e giudizi di fatto, secondo la quale è privo di scientificità un giudizio che non sia puro giudizio di fatto, ma pretenda di stabilire delle valutazioni sui contenuti. Conseguenza fondamentale del pensiero di Kelsen è l'identificazione di diritto e Stato e l'eliminazione della polarità diritto-giustizia. Tra le opere principali: Hauptprobleme der Staatsrechtslehre (1911; Problemi principali della dottrina del diritto statale); Allgemeine Staatslehre (1925; Dottrina generale dello Stato); General Theory of Law and State (1943); Principles of International Law (1952; Principi di diritto internazionale).

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