Kulešov, Lev (Vladimirovič)

teorico e cineasta sovietico (Tambov 1899-Mosca 1970). Pioniere della teoria del film nell'URSS, maestro di Pudovkin e di una generazione di cineasti rivoluzionari, esercitò un influsso nel cinema non inferiore a quello di Mejerchold in teatro. Scenografo dal 1916 e allievo di E. Bauer, operatore e montatore nella guerra civile, nel 1922 fondò a Mosca un laboratorio sperimentale che risultò una fucina teorica, tecnica e pratica sul film e i suoi mezzi specifici: regia, montaggio, “modelli viventi” cioè attori, ecc. In contrasto con D. Vertov, non rifiutò il “soggetto” e, anzi, tutti i suoi film principali tennero curiosamente in considerazione, anche per parodiarli o ridimensionarli, cinema e scrittori americani, come appare in Le straordinarie avventure di Mr. West nel paese dei bolscevichi (1924) e Il raggio della morte (1925) ispirati ai serials, in Dura lex (1926), tragico western da un racconto di J. London, e nel suo capolavoro Il grande consolatore (1933), biografia critica di O. Henry. Giovanissimo pubblicò I compiti dell'artista al cinema (1917), cui seguirono trattati e memorie fondamentali: L'arte del film (1929), Le nostre prime esperienze (1934), I principi della regia cinematografica (1941).

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