Léga degli Stati Àrabi

(o Lega Araba), organizzazione intergovernativa istituita con la firma, avvenuta al Cairo il 22 marzo 1945, di un Patto fra Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Iraq, Libano, Siria e Yemen – in attuazione del Protocollo di Alessandria, stilato il 7 ottobre 1944 a conclusione della riunione del Comitato preparatorio della Conferenza Panaraba – allo scopo di rafforzare i rapporti fra gli Stati membri, coordinandone le direttive politiche in vista della loro indipendenza, per l'esame in comune dei problemi concernenti i Paesi arabi e per la soluzione pacifica delle controversie fra Stati arabi o coinvolgenti tali Stati. Il 17 giugno 1950 gli Stati suddetti conclusero, a integrazione e potenziamento del precedente accordo, un trattato di difesa comune e di cooperazione economica che era stato approvato dal Consiglio della Lega il 13 aprile 1950 e che entrò in vigore il 23 agosto 1952. Esso prevede l'intervento collettivo a difesa di uno Stato contraente oggetto di atti di aggressione armata. Organi della Lega sono: il Consiglio (che si riunisce – in sedute segrete – due volte all'anno ed è costituito dai rappresentanti degli Stati membri, i quali decidono all'unanimità su questioni importanti, quali l'adozione di misure comuni contro un aggressore; le decisioni prese a maggioranza vincolano solo gli Stati favorevoli); il Consiglio di Difesa (composto dai ministri degli Esteri e della Difesa e dai capi di Stato Maggiore degli Stati membri); il Comando militare unificato (creato nel 1964 dalla Conferenza di Alessandria); il Consiglio per l'unità economica araba (composto dai ministri dell'Economia); il Segretariato generale permanente. Sono anche stati istituiti un Ufficio antidroga, un Istituto Superiore di Studi arabi e un Istituto dei manoscritti arabi. Alla Lega hanno aderito successivamente Libia (1953), Sudan (1956), Marocco (1958), Tunisia (1958), Kuwait (1961), Algeria (1962), Repubblica Democratica dello Yemen (1967; dal 1990 unificata con lo Yemen del Nord nella Repubblica araba dello Yemen), Qatar (1971), Bahrein (1971), ʽOman (1971), Emirati Arabi Uniti (1972), Mauritania (1973), Somalia (1974), Palestina, rappresentata dall'OLP (1976), Gibuti (1977). Nel 1979 si determinava una seria frattura nella Lega degli Stati Arabi che con la Conferenza di Baghdad decideva la sospensione dell'Egitto colpevole di aver firmato gli accordi di Camp David con Israele. Riammesso l'Egitto nel 1989, la sede dell'organizzazione rimaneva però, sia pure provvisoriamente, ancora a Tunisi dove era stata trasferita dal Cairo dieci anni prima. Una nuova grave crisi investiva la Lega degli Stati Arabi in occasione dell'invasione irachena del Kuwait (1990) che aveva come conseguenza la partecipazione diretta di alcuni importanti Stati arabi alla guerra del Golfo conclusasi con la sconfitta dell'Iraq (1991). Questi avvenimenti, unitamente al nuovo scenario mondiale disegnato dalla dissoluzione dell'URSS e dalla fine della contrapposizione in blocchi, determinavano un rimescolamento delle alleanze che, di fatto, aumentava le difficoltà della Lega degli Stati Arabi a esercitare quel ruolo di composizione pacifica dei conflitti tra gli Stati membri che pure era stato all'origine degli scopi per i quali essa era stata fondata nel 1945. Soltanto il tempo riusciva ad attenuare una frattura, che rimaneva comunque insanabile con l'Iraq, e il vertice panarabo dopo sei anni si riuniva al Cairo (giugno 1996). Nell'occasione la Lega degli Stati Arabi ammoniva Israele a non interrompere il processo di pace con i palestinesi e a proseguire il dialogo sulla base del principio: pace in cambio di territori. Nel 1993 si è aggiunta alle adesioni alla Lega degli Stati Arabi quella delle Comore. Nello stesso anno la Lega Araba si mostrava favorevole nei confronti degli Accordi di Oslo, che stabilivano le condizioni di pace tra Israele e Palestina, e assumeva una posizione moderata nei confronti del conflitto israelo-palestinese. Nel 2002 i leader dei Paesi aderenti alla Lega Araba riuniti a Beirut approvavano un piano di pace proposto dall’Arabia Saudita che prevedeva l’impegno da parte dei membri della Lega a stringere relazioni diplomatiche con Israele in cambio del ritiro di quest’ultimo dai territori occupati nel 1967 e del riconoscimento dello Stato di Palestina in Cisgiordania e Striscia di Gaza. Questa iniziativa cadeva nel vuoto a causa della mancata risposta di Israele. La crisi libanese del 2006 e l’attacco israeliano a Gaza del 2008 provocavano una frattura all’interno della Lega tra i paesi tradizionalmente vicini agli Stati Uniti, come Egitto e Arabia Saudita, e quelli che invece erano schierati contro Israele e decidevano di rompere i rapporti diplomatici con quest’ultimo.
Altre questioni che la Lega Araba affrontava all’inizio del XXI secolo erano la questione del terrorismo islamista e destabilizzante la politica estera dell’Iran. Nel 2011 la Lega si confrontava con le rivoluzioni della cosiddetta “Primavera araba”, invitando i leader dei Paesi membri ad aprirsi alle istanze di democratizzazione e condannando l’uso della violenza nella repressione delle rivolte.

 

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