Màida

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comune in provincia di Catanzaro (34 km), 299 m s.m., 58,24 km², 4337 ab. (maidesi), patrono: san Francesco di Paola (terza domenica di giugno).

Centro del versante tirrenico delle Serre, posto su un piano che si affaccia sul solco del torrente Cottola. Le prime testimonianze fanno ritenere che già i Bizantini vi costruirono una cittadella fortificata (resti di mura bizantine erano ben visibili fino agli anni Settanta del Novecento). Nel Medioevo sorsero nel suo territorio importanti monasteri. Fu feudo delle famiglie Santo Liceto, Marzano di Squillace, Caracciolo di Nicastro, Palma, Carafa, Loffredo (1607) e Ruffo di Bagnara. Nel luglio 1806, nei pressi del paese, truppe inglesi sconfissero un corpo di spedizione francese. Il borgo ebbe parte attiva nei moti risorgimentali.§ Del castello normanno, e poi svevo, ricostruito dai Loffredo e dai Ruffo, rimangono parti delle mura e un torrione cilindrico. Notevole è l'oratorio della Congregazione di San Domenico, che conserva un soffitto ligneo a cassettoni, sedili del coro finemente intarsiati e altari lignei (sec. XVII).§ L'economia si basa sull'agricoltura, che produce olive, cereali, uva da vino (lamezia DOC), frutta (in particolare agrumi) e ortaggi. Tra le altre attività predominano lo sfruttamento dei ricchi boschi (soprattutto legname), l'allevamento e la piccola industria, attiva nei settori alimentare (oleifici e mulini), meccanico, dell'abbigliamento e della lavorazione delle materie plastiche e del legno.

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