Mainòlfi, Luigi

scultore italiano (Rotondi, Avellino, 1948). Dal 1970 è attivo nella ricerca e nella sperimentazione di materiali, in particolare della terra che egli manipola in allusive creazioni antropomorfe, zoomorfe e geomorfe. Agli esordi Mainolfi proponeva calchi di gesso del proprio corpo che, durante alcune performances, rompeva e poi immergeva nell'acqua a simboleggiare un rallentamento della fine. Nelle sculture seguenti domina per il colore il rosso pompeiano, mentre alcune prassi e teorie avvicinano Mainolfi all'arte povera (Mare senza titolo, 1980; Trampoli: Fauno, Orco, Elefantessa, 1984-85; Ritratto con nacchere, 1989). Alla terracotta, l'artista affianca bronzo, marmo, tufo e lava, mantenendo viva la sua predilezione per gli elementi naturali. Nel 1990 Mainolfi ha partecipato alla Biennale di Venezia. Nel 1992 ha presentato Cittadòr 365, opera in ferro e terracotta costituita da 365 elementi di 46×46 cm, che evoca una mitica città dell'oro.

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