Mangbetu

popolazione africana stanziata nella regione fra gli alti corsi del Tshuapa e del Lindi e il medio corso dell'Uele (Repubblica Democratica del Congo di nord-est). I Mangbetu comprendono numerose frazioni (Malele, Popoi, Rumbi, Makere, ecc.), che parlano dialetti di una stessa lingua e che un tempo erano organizzati in una sorta di regno politicamente irrilevante, sebbene abbia reso tributarie non poche tribù vicine bantu e sudanesi. Agricoltori seminomadi, praticano anche una saltuaria pastorizia; vivono in grossi villaggi temporanei organizzati in clan matrilineari nei quali esiste però una gerarchizzazione di chiaro influsso nilotico. Alle loro usanze etico-religiose si devono le pratiche cannibaliche seguite fino ai tempi recenti e che verso i Pigmei divennero vera e propria antropofagia. I Pigmei, infatti, erano considerati dai Mangbetu animali e come tali erano cacciati e le loro carni trattate come quelle di qualsiasi selvatico. Sempre in rapporto alle loro credenze, i clan nobili praticano la deformazione tabulare del cranio. Questa consuetudine è generalmente riprodotta nelle loro opere d'arte, in terracotta, in legno e in avorio. Presso questa tribù il principale stimolo alla creazione artistica è provenuto dalle corti regali. I loro utensili spiccano per forme nobili e armoniose. Artisticamente degni di nota sono gli strumenti musicali, quali i tamburi zoomorfi e le arpe ad arco.

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