Marìn, Biàgio

poeta italiano (Grado 1891-1985). La sua lirica, scritta in gradese, un rarissimo dialetto protoveneto, è immune dagli influssi della poesia dialettale veneta e giuliana e accoglie echi dei canti popolari. Fedele alla lezione “vociana”, Marìn muove da una concezione antiletteraria della poesia, che intende come profondo impegno umano e morale. Nelle ultime poesie di Marìn prevalgono l'introspezione, l'accorata nostalgia, il senso doloroso dell'ineluttabile trascorrere del tempo. Marìn raccolse la sua produzione nei volumi: I canti de l'isola (1951), Da sera a note (1959-62), Il non tempo del male (1964), La vita xe fiama (1970), Nel silenzio più teso (1980), Poesie (1981). Nel 1991 è stata pubblicata, a cura di C. Magris ed E. Serra, una raccolta antologica delle sue poesie.

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