Magris, Clàudio

saggista e scrittore italiano (Trieste 1939). Germanista, docente di letteratura tedesca presso l'Università di Trieste, studioso della società mitteleuropea (Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna, 1963), è autore di numerosi saggi su W. Heinse, J. Roth, R. Musil, I. Svevo, E. T. A. Hoffmann, H. Hesse, J. L. Borges, H. Ibsen e altri. Ha lungamente collaborato al Corriere della Sera e ha raccolto i suoi articoli nei volumi Dietro le parole (1978) e Itaca e oltre (1982). Più largamente nota è la sua attività di narratore, attraverso i volumi Illazioni su una sciabola (1984) e soprattutto il fortunatissimo Danubio, diario sentimentale di un viaggio attraverso i paesi più suggestivi della Mitteleuropa, vincitore di numerosi premi (1986). Successivamente ha pubblicato Stadelmann (1988), Un altro mare (1991), storia di un filosofo alla ricerca di una perfezione impossibile e il racconto Il condè (1993), vicenda "acquatica" nella quale i protagonisti sono impegnati a recuperare i corpi dei suicidi e degli annegati lungo il corso del fiume Douro. Con il successivo Microcosmi (1997), vincitore del Premio Strega, Magris ha raccolto impressioni e ricordi legati ai quartieri meno noti, e proprio per questo forse più suggestivi, di Trieste. In La mostra (2001) ha ricostruito l'esistenza da vagabondo del pittore triestino Vito Timmel, morto in manicomio nel 1946. Nel 2005 ha pubblicato il romanzo Alla cieca e il saggio L'infinito viaggiare. Nel 2006 è uscito il romanzo Lei dunque capirà, una rilettura del mito di Orfeo, e il saggio La storia non è finita. Nel 2007 ha vinto il Premio Viareggio e nel 2008 ha pubblicato il saggio Alfabeti. Nel 2009 ha ricevuto il premio per la Pace alla fiera del libro di Francoforte. Dal 1994 al 1996 è stato eletto senatore e nel 2001 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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