comune in provincia di Vicenza (27 km), 103 m s.m., 36,43 km², 12.848 ab. (marosticensi o marostegani), patrono: san Simeone (ultima domenica di ottobre).

Generalità

Cittadina situata ai piedi del versante meridionale dell'altopiano dei Sette Comuni. La parte antica, a pianta quadrangolare, è racchiusa entro le mura scaligere trecentesche rinforzate da torri, che si spingono fin sulla sommità del colle coronato da un castello.

Storia

Già castrum romano, è citata per la prima volta in un documento del 753. Fu conquistata nel 1236 da Ezzelino III da Romano. Possesso vicentino nel 1259, dei Carraresi dal 1263, degli Scaligeri dal 1311, dal 1404 passò a Venezia e nel 1509, durante la guerra della Lega di Cambrai, venne conquistata per un breve periodo dall'imperatore Massimiliano. Fino al 1797 fu retta con ordinamenti autonomi dalla Repubblica di Venezia. Nel novembre 1796 i francesi vi riportarono un completo successo sulle truppe austriache durante la prima campagna napoleonica in Italia.

Arte

Nella piazza principale sorge il merlato castello inferiore (ora sede municipale) del sec. XIV, con una torre tozza quadrangolare, che si affaccia su un'ampia piazza cinta da edifici porticati e pavimentata a mo' di grande scacchiera. Domina l'abitato il coevo castello superiore, del quale rimangono la porta d'accesso turrita e ampi tratti delle mura. La chiesa di Sant'Antonio, ricostruita nel sec. XVIII, conserva della fabbrica precedente il campanile (sec. XII-XIII).

Economia

L'industria opera nei settori tessile, elettromeccanico, alimentare, della gomma, dei materiali da costruzione, dei metalli e della lavorazione del legno. L'agricoltura produce cereali, ortaggi, uva da vino e frutta (ciliegie) e si pratica l'allevamento bovino. Significativo l'apporto del turismo di tipo culturale e naturalistico.

Curiosità

Vi si svolge a settembre, negli anni pari, una partita a scacchi con personaggi viventi in costume quattrocentesco e con recitazione di parti drammatiche in dialetto veneto, a rievocazione della leggendaria partita del 1454 per stabilire a chi dovesse toccare la mano della figlia del castellano locale.

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