Marcel, Gabriel

scrittore e filosofo francese (Parigi 1889-1973). Si laureò a Parigi nel 1907 e quindi insegnò a Vendôme, Sens, Parigi e Montpellier. È stato considerato il maggior esponente del contemporaneo “esistenzialismo cristiano”, che tenta di conciliare lo spiritualismo personalistico cristiano con le esigenze della moderna filosofia dell'esistenza. In realtà la sua ampiezza di orizzonti e la sua potente problematica, in cui confluiscono elementi tratti sia dal neoidealismo angloamericano che dal vitale contatto con Jaspers, esorbitano da questa identificazione. Convertitosi nel 1929 al cristianesimo, nelle sue opere drammatiche, influenzate da Ibsen e Pirandello, ha scrutato la vita segreta delle coscienze approdando a traguardi di solitudine e di religiosa tensione verso il mistero (La grâce, 1914; La soif, 1938; L'émissaire, 1945; Un homme de Dieu, rappresentato nel 1946 in Italia prima che in Francia; Rome n'est plus dans Rome, 1951). Anche le sue principali opere filosofiche – che ebbero grande risonanza, e fra cui si ricordano Journal méthaphysique (1927), Être et avoir (1935; Essere e Avere), Du refus à l'invocation (1939), Homo viator (1944), Le mystère de l'Être (1952), L'homme problématique (1955), Le Signe de la Croix (1960) –, pur nella profondità dei contenuti, furono da lui stese in una forma aperta e letterariamente agevole. L'ispirazione esistenzialistico-religiosa di Marcel si concentra sul problema del rapporto fra l'uomo e Dio, che egli rifiuta di considerare come qualcosa di oggettivamente e razionalmente determinabile; tanto l'essere dell'uomo quanto l'essere di Dio si presentano come un mistero, che supera e trascende qualunque problematicizzazione; l'esistenza umana appare a se stessa come dante sé a se stessa, in quanto è a sé presente, e cosciente di sé; ma al contempo appare come data a se stessa da altro, si avverte in quanto è da altro e per altro. Perciò l'esistenza non è un problema, ma essenzialmente un dono; il che apre le porte alla dimensione religiosa, e apre l'uomo al mondo nella dimensione dell'essere, che è mistero insondabile, ma coglibile solo nei due atteggiamenti fondamentali dell'amore e della fedeltà, che costituiscono e fondano la soggettività dell'uomo e il suo rapporto con gli altri e con Dio. Al mistero dell'essere Marcel contrappone la dimensione dell'avere, propria dell'uomo limitato alle funzioni sociali, tecniche e produttive e chiuso al mistero.

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