Meier-Graefe, Julius

storico e critico d'arte tedesco (Resita, Romania 1867-Vevey, Svizzera 1935). Messosi in luce precocemente sulla scena artistica berlinese di fine Ottocento, fu tra i primi in Europa a riconoscere la grandezza del pittore norvegese E. Munch, dedicandogli importanti scritti critici (1894 e 1904). Gli articoli e le recensioni da lui firmate, spesso anche con pseudonimi, sulle più importanti riviste d'arte sorte in Germania tra la fine del sec. XIX e l'inizio del XX, come Pan, fondata insieme con R. Dehmel e O. Bierbaum, Die Zukunft, Das Atelier e Neue Deutsche Rundschau, contribuirono alla diffusione e alla conoscenza dei protagonisti e delle tendenze dell'arte moderna europea. Nel 1904 pubblicò l'importante opera Storia dello sviluppo dell’arte moderna, più volte aggiornata (nel 1914, 1915 e 1924) e considerata uno dei classici della critica d'arte occidentale. Anticipata dal Saggio su una moderna estetica (1899), in essa era sancito il definitivo distacco dalla lettura neoromantica dell'arte in favore di un'analisi dei suoi aspetti puramente visivi, privilegiando non più il contenuto dell'opera ma il modo, lo stile, in cui essa era realizzata. L'opera ripercorre lo sviluppo delle arti figurative dai maestri del Rinascimento italiano fino alle figure degli impressionisti tedeschi Liebermann e Slevogt, delineando un percorso che da Feuerbach e Marées giunge, passando per l'impressionismo francese, a Beckmann. Meier-Graefe contribuì, attraverso la fondazione con H. Bruckmann della rivista Dekorative Kunst (1898), alla diffusione dello stile liberty, cominciando a parlare in Germania di personalità come P. Behrens, R. Gallè, Tiffany, Horta. Stabilitosi a Parigi, vi aprì la galleria “La Maison Moderne” che, decorata da van de Velde nella facciata e negli interni, divenne uno dei più importanti spazi Art Nouveau della capitale.

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