Menéndez Pidal, Ramón

filologo, storico e critico letterario spagnolo (La Coruña 1869-Madrid 1968). Allievo di Menéndez Pelayonte di filologia romanza (1899-1939) all'Università di Madrid, fondatore del Centro de Estudios Históricos (1910) e della Revista de Filología Española (1914), direttore della Real Academia Española (1925-39; 1947-68), Menéndez Pidal è unanimemente considerato il creatore della scuola spagnola di filologia romanza, basata sul rigore scientifico della linguistica moderna e ha goduto, come medievalista, del massimo prestigio in tutto il mondo. Erudito profondo e creativo, come è dimostrato dalle sue acute intuizioni storiche e dalla sua penetrante critica letteraria, Menéndez Pidal rivolse la propria indagine principalmente alle lingue, alle letterature e alla storia del Medioevo ispanico, apportando contributi decisivi e talvolta definitivi. Tra le sue numerosissime opere, tutte basate su una documentazione di prima mano, spiccano: La leyenda de los Infantes de Lara (1896), Gramática histórica de la lengua española (1904), La epopeya castellana (1909), Poesía juglaresca y juglares (1924), Orígenes del español (1926), La España del Cid (1929), stupendo affresco dell'epoca dell'eroe castigliano, La epopeya castellana a través de la literatura española (1910 in francese; 1945 in spagnolo), Reliquias de la poesía épica española (1952), Romancero hispánico (1953), La Chanson de Roland y el neotradicionalismo (1959), dove Menéndez Pidal espone la sua teoria inerente all'epica, in cui afferma che il gusto letterario è essenzialmente collettivo e che i testi epici sono per lo più anonimi perché l'autore, come individuo, è sommerso dalla collettività. Da qui la concezione di un anonimato fondamentalmente storico e non casuale o accidentale.

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