Nuràminis

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comune in provincia di Cagliari (28 km), 93 m s.m., 45,29 km², 2822 ab. (nuraminesi), patrono: san Pietro Martire (29 giugno).

Centro del Campidano, situato alla sinistra del rio Malu. Di antica origine, nel Medioevo fu capoluogo della curatoria omonima, compresa nel Giudicato di Cagliari (sec. XI), e passò ai Della Gherardesca dopo la spartizione a opera dei pisani (1258). Conquistato dagli Aragonesi all'inizio del sec. XIV, fu costituito in feudo e sotto le dominazioni spagnola (sec. XV-XVII) e piemontese fu possesso di diversi signori, fino al 1839, anno dell'abolizione dei feudi.§ Domina l'abitato l'alto campanile della parrocchiale di San Pietro Martire, costruzione cinquecentesca che conserva la facciata merlata dell'originaria struttura gotico-aragonese quasi inalterata, con inserimenti in marmo, provenienti da monumenti altomedievali; l'interno, a una sola navata con quattro cappelle per lato, presenta una copertura a botte e archi a tutto sesto.§ L'economia si basa sull'agricoltura, con estese coltivazioni di cereali, e sull'allevamento ovino e caprino. Sono attive cave per l'estrazione dell'argilla; la piccola industria opera nei settori edile e dei materiali da costruzione.§ Nei dintorni, in località Villagreca, sorgono la settecentesca parrocchiale di San Vito (in origine del sec. IX) con arredi barocchi, e il protonuraghe Sa Corona, risalente alla prima Età del Bronzo.

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