O'Neill, Eugene Gladstone

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drammaturgo statunitense (New York 1888-Boston 1953). Padre della drammaturgia americana contemporanea e autore tra i più significativi e rappresentati del teatro del nostro secolo, svolse una tematica vasta e ambiziosa, in cui confluirono dolorose esperienze personali e familiari e influenze disparate, dal naturalismo all'espressionismo, da Strindbergpsicanalisi, da Nietzsche alla tragedia greca, ecc. Secondo O'Neill il male del mondo moderno deriva dalla “morte dell'antico Dio” e dall'“incapacità della scienza e del materialismo a offrire una nuova soddisfacente divinità”. Di quest'ultima egli andò a lungo alla ricerca in direzioni diverse, ora paganeggianti ora cristiane, ma senza riuscire a superare il proprio pessimismo, come dimostrò The Iceman Cometh (1946; Arriva l'uomo del ghiaccio), dove ogni illusione è perduta. Il tormentato dibattito di questa densa problematica assunse in O'Neill forme di volta in volta differenti e sovente complesse e insolite: si pensi all'impiego delle maschere in The Great God Brown (1926; Il grande Dio Brown), all'estrinsecazione del flusso segreto della coscienza dei personaggi in Strange Interlude (1928; Strano Interludio), dramma di smisurata ampiezza, come il successivo Mourning Becomes Electra (1931; Il lutto si addice a Elettra), dove Eschilo e Freud si incontrano nello sfondo della vita americana del periodo successivo alla guerra civile. In questo teatro scritto “con le lacrime e con il sangue” – come O'Neill affermò a proposito dell'autobiografico Long Day's Journey Into Night (1941; Lunga giornata verso la notte, rappresentato postumo nel 1956) – vigore tragico e genialità inventiva si alternano o convivono con mancanza di senso della misura, cattivo gusto, pretenziosità, scorie varie. Ma la sincerità di quella sua angoscia, la multiforme aggressività di quella sua vocazione teatrale conferiscono all'opera di O'Neill, premio Nobel 1936, un peso non effimero. E a questo proposito è giusto ricordare i drammi marini riuniti in The Moon of the Caribbees (1919; La luna dei Caraibi) e opere come The Emperor Jones (1920; L'imperatore Jones), All God's Chillun Got Wings (1924; Tutti i figli di Dio hanno le ali), Desire Under the Elms (1924; Desiderio sotto gli olmi) e Ah, Wilderness (1933; Fermenti).

Bibliografia

B. H. Clark, O'Neill, New York, 1947; E. Engel, The Haunted Heroes of O'Neill, Cambridge (Massachusetts), 1953; M. Zeraffa, O'Neill, Parigi, 1956; S. Bajma Griga, Crisi dell'american dream, Torino, 1987.

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