Passeggèra, La-

(Pasażerka). Film polacco (1961-63) di Andrzej Munk. Opera incompiuta (ordinata e presentata dai collaboratori del regista, tra cui W. Lesiewicz, due anni esatti dopo la sua morte), è probabilmente il documento più vero e inquietante sui campi di concentramento. Mostrando Auschwitz vent'anni dopo la guerra e attraverso gli occhi d'una ex kapo, Munk vuol sostenere, come egli stesso disse, che l'uomo non può sfuggire al suo passato, che è responsabile delle sue azioni di fronte alla società e alla sua coscienza. Non si possono dimenticare i criminali di guerra, né nasconderli, scusarli o sterminarli. Pur composta parzialmente di foto fisse e di commento fuori campo a integrare ciò che manca, l'opera dice e suggerisce tutto questo attraverso le due ambigue e reticenti evocazioni-confessioni di Liza, la carnefice, il contrasto di psicologie tra lei e la sua vittima (la “passeggera” rediviva), la rinuncia, da parte dell'autore, a “descrivere l'indescrivibile” per occuparsi, invece, dei temi che rimangono aperti alla coscienza dell'umanità.

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