Rousseau, Henri, detto il Doganière

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pittore francese (Laval 1844-Parigi 1910). La sua straordinaria esperienza artistica, nonostante le difficoltà di una precisa classificazione, è stata inquadrata criticamente e storicamente nell'ambito dell'arte moderna, alle cui esigenze e problematiche la pittura di Rousseau, con eccezionale singolarità, seppe per molti versi rispondere. Lo ha chiaramente dimostrato l'interesse per l'opera del Doganiere dei simbolisti, dei neoimpressionisti, dello stesso Picasso (che nel 1908 organizzò un banchetto nel suo studio al Bateau-Lavoirn onore dell'artista), di Kandinskij e dei surrealisti. D'altro canto l'importanza dell'intervento critico di A. Jarry e di G. Apollinaire, poi di Wilhelm Uhde che nel 1911 pubblicò la prima monografia su Rousseau, ha contribuito a una più esatta valutazione della sua opera, respinta dalla critica ufficiale. La biografia dell'artista è stata ricostruita in ogni minimo particolare. Dapprima impiegato nello studio di un avvocato di Angers, dal 1869, compiuto il servizio militare, fu dipendente del Dazio municipale di Parigi, che lasciò nel 1884, dopo essere rimasto vedovo (nel 1899 si risposò). Anche se le sue prime esperienze di autodidatta si collocano intorno al 1880 (del 1882 è la Battaglia di Champigny e del 1883 l'Autoritratto), il suo esordio ufficiale avvenne nel 1885 con la partecipazione al Salon des Refusés; dal 1886 iniziò a esporre al Salon des Indépendants e dal 1905 al Salon d'Automne. Nel 1889 scrisse un lavoro teatrale (Una visita all'Esposizione del 1889) al quale seguì dopo dieci anni La vendetta di un'orfana russa; furono le sole distrazioni dalla sua attività di pittore. Pur a contatto con gli esponenti delle diverse tendenze artistiche, Rousseau fu indifferente agli avvenimenti della cultura figurativa del suo tempo e totalmente estraneo alle influenze o suggestioni delle molteplici correnti e dei modi espressivi contemporanei. L'artista percorse il cammino intrapreso in assoluta libertà e solitudine evolvendo e affinando le qualità istintive del suo linguaggio figurativo (senso acuto del colore, sempre usato nella sua accezione fantastica, e felice misura di unità compositiva) secondo intime motivazioni e personali accorgimenti; molto originale fu il modo di guardare la realtà da poeta, che, con l'inesauribile ricchezza della sua fantasia, della realtà rivela le misteriose radici che affondano nella profondità del sogno, della psiche, e del mondo emotivo inconscio; proprio grazie alla sua naturale e intuitiva visione poetica e alla straordinaria purezza dell'invenzione formale l'artista riuscì a colmare d'istinto vuoti e lacune della sua preparazione artistica e tecnica, specie nel disegno e nella prospettiva. Tra le opere di Rousseau che costituirono poi la “grande lezione” per i naïfs si ricordano: Una sera di Carnevale (1886, Filadelfia, Museum of Art), Passeggiata nel bosco (1886, Zurigo, Kunsthaus), Le nozze (1905, Parigi, Musée d'Orsay), La carretta del signor Juniet (1908, Parigi, Musée d'Orsay); mentre capolavori quali la Guerra (1894, Parigi, Musée d'Orsay), la Zingara addormentata (1897, New York, Museum of Modern Art), L'incantatrice di serpenti (1907, Parigi, Musée d'Orsay) e Il sogno (1910, New York, Museum of Modern Art) assurgono a dignità di mitici simboli dell'umana ricchezza e libertà interiore.

Bibliografia

D. Catton Rich, Henri Rousseau, New York, 1946; Ph. Soupault, Henri Rousseau, Ginevra, 1948; M. Gauthier, Henri Rousseau, Parigi, 1949; P. Courthion, Henri Rousseau, Parigi, 1956; H. Perruchot, Le Douanier Rousseau, Parigi, 1957; A. Werner, Henri Rousseau, Milano, 1957; J. Bouret, Henri Rousseau, Milano, 1966; P. Carpi, Rousseau: la zingara della giungla, Milano, 1974.

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