Russkaja pravda

(Giustizia russa). Codice di carattere processuale, compilato nella Russia di Kijev durante il regno di Jaroslav il Saggio (1016-54) e completato un po' più tardi. Redatto probabilmente da ecclesiastici o da giuristi legati alla Chiesa, si limitava a trattare di materie che cadevano sotto la giurisdizione ecclesiastica. Modellata su esempi bizantini, la Russkaja pravda rispondeva tuttavia alle idee giuridiche dei Variaghi e degli Slavi, influenzate anche dai costumi delle città commerciali. La vendetta privata era ancora ammessa in certi casi, ma prevaleva ormai il principio del guidrigildo. Era riconosciuto il valore del giudizio di Dio: non si parlava invece della pena di morte. Accanto a mercanti, contadini e servi, citati spesso dalla Russkaja pravda, non sono stati quasi mai menzionati gli artigiani. L'interesse sulle somme prestate era ammesso, anche in misura elevata (40%).

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