Saggi (Montaigne)

(Essais). Opera di Montaigne pubblicata in due libri nel 1580, ampliati con 600 aggiunte e ripubblicati insieme con un terzo libro nel 1588. Postuma uscì nel 1595, a opera di Pierre de Brach e di Marie de Gournay, la VI edizione, contenente nuove note e correzioni dell'autore e rivelatasi, nei confronti della precedente conservata con le note manoscritte alla biblioteca di Bordeaux, notevolmente infedele. La novità assoluta del progetto dei Saggi consiste nell'intenzione dell'autore di presentare se stesso ad amici e familiari. Tale progetto si allarga via via all'universale, una volta constatato che ogni uomo porta in sé “la forma intera dell'umana condizione”. L'evoluzione e le relative stratificazioni dell'opera rispecchiano il mutare del pensiero filosofico e morale in Montaigne. La lettura di Plutarco e di Seneca e la figura dell'amico La Boétie sono di stimolo ai saggi del primo periodo che individuano nella ragione la fonte della saggezza umana, applicandola innanzi tutto al problema della morte. Nella seconda fase, abbandonato lo stoicismo e i valori assoluti, Montaigne pensa e scrive all'insegna del dubbio pirroniano (Que sais-je?), orientandosi progressivamente verso una morale empirica e naturale, quale sbocco ultimo del suo pensiero. Nella sua ricchezza di temi ed esempi, esso contiene anticipandola sia l'immagine dell'honnête-homme seicentesco, incline al consenso e alla conservazione, sia l'emergere di principi di umanità e tolleranza ripresi e sviluppati dall'illuminismo, sia ancora l'esaltazione dell'individualismo assunto dalla letteratura moderna. Ancor più significativo è il fatto che, nonostante il loro apparente disordine spontaneo, i Saggi siano il punto di partenza di tutto lo sforzo speculativo del sec. XVII, grazie alla totale rottura operata nei confronti del dogmatismo.

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