Salmanàssar

(accadico Šulmānu-ašaridu; in ebraico Šalmon'eser; donde le forme vulgate). Nome di 5 re assiri. SalmanassarI (ca. 1275-1245 a. C.), figlio e successore di Adad-nīrāri I, consolidò la posizione del “medio regno” assiro con vittorie a nord-ovest contro Uruaṭri (futuro Urarṭu) e Muṣru; sconfisse Šattuara II di Hanigalbat (che era sostenuto dagli Ittiti) annettendone definitivamente il regno all'Assiria. Spostò la capitale a Kalhu (Nimrūd). SalmanassarII (1032-1020) succedette ad Assurnasirpal I. SalmanassarIII (858-824) ha lasciato numerose iscrizioni e monumenti (celebri le porte di bronzo di Balawat e il cosiddetto obelisco nero). Proseguì l'opera del predecessore Assurnasirpal II con spedizioni verso occidente. Portò sotto controllo assiro lo Stato di Bīt-Adīni che controllava il passaggio dell'Eufrate; in Siria si trovò di fronte una coalizione capeggiata da Damasco; si ebbero vari scontri, celebre è la battaglia di Qarqar (853) senza esito decisivo. Le continue spedizioni fruttarono comunque cospicui bottini e logorarono la resistenza locale. Salmanassar III guerreggiò anche in Anatolia (Que, Tabal), in Armenia e nell'altopiano iranico. Intervenne anche negli affari babilonesi, per ristabilire sul trono Marduk-zākir-šumi che era stato detronizzato dal fratello e aveva invocato l'aiuto assiro. Salmanassar III morì mentre i figli Aššur-nādin-apli e Šamšī-Adad V combattevano per la successione, che andò al secondo. SalmanassarIV (782-773), il cui regno segnò per l'Assiria un periodo di decadenza. SalmanassarV (727-721), figlio del grande Tiglatpileser III, proseguì l'opera di assoggettamento della Siria-Palestina con l'assedio e l'espugnazione di Samaria (722), di cui si vantò il successore Sargon II.

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