Salutati, Colùccio

umanista italiano (Stignano, Valdinievole, 1331-Firenze 1406). Esercitò il notariato in Valdinievole; fu cancelliere di Todi, poi dal 1375 di Firenze dove, in un periodo travagliato per la vita della città (tumulto dei Ciompi, lotte contro i Visconti), svolse il proprio incarico con grande dignità morale, facendo della sua cultura e della sua eloquenza uno strumento di dibattito e di propaganda politica. Amico di Petrarca, di Boccaccio, di Lapo da Castiglionchio, fu il promotore del movimento umanistico fiorentino che ebbe il proprio luogo d'incontro e di dibattito nel convento di S. Spirito e soprattutto nel “Paradiso degli Alberti”. A lui si deve la scoperta nel 1392 delle Epistulae ad familiares di Cicerone, la divulgazione della poesia di Tibullo e di Catullo e infine il merito di aver chiamato a Firenze per l'insegnamento del greco il dotto bizantino M. Crisolora. La parte migliore della sua attività di scrittore consiste nelle lettere (raccolte in varie edizioni postume), specchio della personalità non solo letteraria, ma etica e politica di Salutati e capolavoro dell'epistolografia umanistica. Molti dei temi svolti nelle lettere vengono sviluppati nei trattati: De saeculo et religione (1381), De verecundia (1390), De fatu, fortuna et casu (1396-99), De nobilitate legum (1400), De tyranno (1400) e l'incompiuto De laboribus Herculis. Un cenno particolare merita l'Invectiva (scritta nel 1403 contro l'umanista A. Loschi per riaffermare la libertà fiorentina e condannare la politica viscontea), dove più compiutamente si esprime il suo “umanesimo civile”.

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