Staël-Holstein, Anne-Louise-Germaine Necker, baronéssa di-

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scrittrice francese nota come Madame de Staël (Parigi 1766-1817). Figlia del ministro delle finanze di Luigi XVI, J. Necker, fu educata alla scuola dei “filosofi”, tra i quali predilesse J.-J. Rousseau, cui dedicò il primo saggio: Lettre sur les ouvrages et le caractère de Jean-Jacques Rousseau (1788). Passione per la cultura, mondanità e velleità politiche contraddistinguono gli anni della Rivoluzione e del Primo Impero, che la videro successivamente entusiasta e delusa, ma sempre al centro dell'attenzione, prima nel salotto parigino della rue du Bac, poi nell'esilio di Coppet, cui la costrinse il nemico Napoleone, senza peraltro impedirle di esercitare un profondo influsso sulla cultura del tempo, né di raccogliere intorno a sé e allo scrittore B. Constant (a lei legato in una lunga e burrascosa relazione) le personalità politiche e letterarie più rilevanti d'Europa. In questi contatti (bastino i nomi di A. W. Schlegel, J.-C.-L. de Sismondi, C. V. de Bonstetten, J. W. Goethe) e attraverso frequenti viaggi, soprattutto in Germania e in Italia, maturò l'elaborazione di idee che rivoluzionarono la critica e la concezione stessa della letteratura, aprendo la strada al romanticismo in Francia e in Italia. Dopo il saggio di impostazione tutta settecentesca De l'influence des passions sur le bonheur des individus et des nations (1796; Dell'influenza delle passioni sulla felicità degli individui e delle nazioni), scrisse De la littérature considérée dans ses rapports avec les institutions sociales (1800; Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali), applicando alle lettere e alle arti il principio di C.-L. Montesquieu sulla relatività delle istituzioni e introducendo, per la prima volta, la distinzione tra letterature del Nord e del Sud, in contrasto con la concezione classica dell'universalità del bello. Tali premesse la portarono, dieci anni dopo, alla scoperta e all'esaltazione della civiltà, della letteratura e della filosofia tedesca, portate a esempio di una nuova poetica “romantica” e di rinnovamento morale e filosofico su basi mistiche e idealistiche. Ma l'opera De l'Allemagne (1810; Della Germania) venne fatta sequestrare e distruggere da Napoleone, così che venne pubblicata a Londra nel 1813 e solo nel 1814 a Parigi. Nel 1816 M.me de Staël pubblicò sulla Biblioteca italianaun articolo intitolato Sulla maniera e utilità delle traduzioni, scatenando anche in Italia il dibattito culturale sul romanticismo. L'articolo, che invitava gli italiani a tradurre le opere della moderna cultura nordica, particolarmente inglese e tedesca e non solo i grandi classici, cadde in un ambiente caratterizzato da un forte gusto classicistico e in una società arretrata di decenni di fronte allo sviluppo europeo, divise i letterati in due schieramenti contrapposti: i classicisti e i romantici. Particolarmente interessante fu la risposta di G. Leopardi che, sempre nel 1816 fece apparire sul medesimo periodico una Lettera ai Sigg. compilatori della "Biblioteca Italiana", rielaborata del 1818 nel Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica. Geniale operatrice culturale e acuta interprete del movimento di trasformazione ideologica dell'epoca, M.me de Staël ebbe anche doti di appassionata immaginazione che trovarono la più eloquente espressione in due romanzi, Delphine (1802) e Corinne ou de l'Italie (1807; Corinna o l'Italia), nei quali è facile leggere la biografia romanzata dei sentimenti e dello spirito dell'autrice e insieme la formulazione di tesi femministe, ancora una volta anticipatrici. Con la caduta di Napoleone, M.me de Staël, che si era da qualche anno risposata con l'ufficiale ginevrino A. de Rocca, poté rientrare a Parigi ad assaporare la gloria dovutale per meriti letterari e di fiera opposizione al precedente regime, circondata da amici quali F.-R. de Chateaubriand, J. B. Récamier, Talleyrand. Non ebbe tuttavia il tempo, né forse l'entusiasmo, di esplicare il ruolo politico cui aveva sempre aspirato. Al riguardo forniscono indicazioni due opere postume: Considérations sur les principaux événements de la Révolution française (1818; Considerazioni sui principali avvenimenti della Rivoluzione francese) e Dix années d'exil (1821; Dieci anni di esilio), unitamente a un'immensa Corrispondenza.

F. d'Eubonne, Une femme, témoin de son siècle, M.me de Staël, Parigi, 1966; G. E. Griffith, M.me de Staël et la Révolution francaise, Parigi, 1969; A. Pizzorusso, Madame de Staël et l'Essai sur les fictions, in Madame de Staël et l'Europe, Parigi, 1970; S. Balayé, Madame de Staël. Lumières et liberté, Parigi, 1979; G. de Diesbach, Madame de Staël, Parigi, 1983.

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