Tàvola rotónda, La-

rielaborazione italiana in prosa del Roman de Tristan, composta nel primo trentennio del sec. XIV. Contaminando varie fonti della letteratura arturiana, l'anonimo compilatore ha arricchito il romanzo originario di nuovi schemi narrativi: il mondo cortese comincia a imborghesirsi, accogliendo personaggi dei ceti subalterni, dai “mulinari” agli osti e ai pastori, e i toni narrativi si caricano di inflessioni nuove, comiche e argute, mentre la lingua assume la spontaneità del parlato. Per la varietà dei registri narrativi e la nostalgia, tipicamente comunale, verso il mondo cavalleresco, l'opera prelude alla narrativa del Boccaccio.

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