Van Gogh, Vincent

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pittore olandese (Groot Zunder 1853-Auvers-sur-Oise 1890). Figlio di un pastore protestante, entrò nel 1869 come commesso alla Galleria Goupil, prima all'Aia, poi a Londra, infine a Parigi. Una crisi di misticismo lo portò a studiare teologia ad Amsterdam e, successivamente, nel 1879 ottenne l'incarico di predicatore libero tra i minatori del Borinage. Profondamente turbato dal loro stato di indigenza, condusse il suo apostolato con uno zelo che sembrò toccare il fanatismo. Destituito dall'incarico, tornò in famiglia nel 1881, quindi all'Aia e nel 1883 a Neunen dove la famiglia stessa si era trasferita. Questo periodo, fecondo di opere che rivelano l'amore di Van Gogh per Millet, Courbet e Daumier, è caratterizzato da una tavolozza fatta di bruni, di bistri illuminati da tratti di biacca. Risalgono ad allora le tre versioni de I mangiatori di patate, l'ultima delle quali è conservata ad Amsterdam (Rijksmuseum Vincent Van Gogh). A Parigi nel 1886 lo stile dell'artista, a contatto con la pittura degli impressionisti, si trasformò: la sua tavolozza si arricchì di colori chiari, puri, luminosi; il colore diventò sempre più un mezzo per esprimere la sua interna inquietudine. Strinse amicizia con Toulouse-Lautrec, Seurat, Gauguin; dipinse numerosi paesaggi con tocchi spezzettati e colori contrastanti (Chiatta balneare sull'Oise ad Asnières, Upperville, collezione privata; Ritratto di “père” Tanguy, Parigi, Musée Rodin). Appassionatosi all'arte giapponese, collezionò stampe e decise di trasferirsi in Provenza. Giunto ad Arles nel febbraio del 1888, in quindici mesi dipinse quasi duecento quadri, dominati da contrasti cromatici, da colori solari: verde smeraldo, rosso carminio, azzurro cobalto, giallo oro (Barche a Saintes-Maries, La pianura della Crau, ambedue ad Amsterdam, Rijksmuseum Vincent Van Gogh; Caffè di notte, New Haven, Yale University Art Gallery; Vaso con girasoli, Londra, National Gallery; Il postino Roulin, Otterlo, Rijksmuseum Kröller-Müller). Ad Arles fu raggiunto da Gauguin, ma la convivenza si rivelò ben presto impossibile; Van Gogh, stanco e malato, in una crisi di follia tentò di aggredire l'amico e si automutilò staccandosi parte dell'orecchio sinistro. Ebbero inizio da allora quelle crisi di alienazione mentale che lo costrinsero a lunghi periodi di degenza in vari ospedali psichiatrici, fra cui quello di Saint-Rémy. Sono di questo periodo gli Autoritratti con l'orecchio tagliato (Londra, Courtauld Institute of Art; Chicago, collezione Block), Piante di Iris (collezione privata), Campo di grano con cipressi (Londra, National Gallery), Strada con cipresso e stelle (Otterlo, Rijksmuseum Kröller-Müller) e altri centocinquanta dipinti e cento disegni, caratterizzati da uno svolgimento ondoso della linea, da scavati turbinii del colore, rivelatori dell'interno sconvolgimento del pittore. A Parigi nel 1890, nonostante il precipitare del suo male, continuò a lavorare intensamente. In uno dei suoi ultimi quadri, Campo di grano con volo di corvi (Amsterdam, Rijksmuseum Vincent Van Gogh), fatto di pennellate non più ondose ma rotte in segmenti spezzati, vi è un senso di solitudine e di tristezza infinite, quasi il presagio della prossima, tragica fine dell'artista. Il 27 luglio si sparò un colpo di rivoltella al petto e morì dopo due giorni, assistito dal fratello Theo.

Bibliografia

J. Leymarie, Van Gogh, Parigi, 1951; J. Rewald, Post-Impressionism, From Van Gogh to Gauguin, New York, 1956; M. Valsecchi, Van Gogh, Milano, 1957; F. Minkowska, Van Gogh, sa vie, sa maladie et son oeuvre, Parigi, 1963; M. E. Tralbaut, Van Gogh le mal aimé, Losanna, 1969; J. Lassaigne, Van Gogh, Milano, 1972; Ch. Mauron, Van Gogh, études psychocritiques, Parigi, 1976; P. Bonafoux, Van Gogh, Torino, 1992; T. Belinda, Van Gogh: i capolavori, Amsterdam-Milano, 2007; P. Grant, The Letters of Vincent van Gogh: A Critical Study, Edmonton, 2014; G. De Pinto, Vincent Van Gogh. L’uomo, l’artista, l’asceta, Roma, 2016; P. Leprohon, Il genio dell'arte. Vita e opere di Vincent Van Gogh, Milano, 2017; E. Crispino, Van Gogh, 1853-1890, Firenze-Milano, 2018; M. Goldin, Van Gogh. L’autobiografia mai scritta, Milano, 2020.


 

 

 

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