Vicente, Gil

autore teatrale portoghese (forse Lisbona 1460-Evora 1536). Fu anche poeta, musicista, attore, orefice; le prime notizie sicure sulla sua vita risalgono al 15 febbraio 1509 quando un atto del re Emanuele I lo nominò orefice di corte. Altri documenti successivi comprovano la stima di cui godeva alla corte. Non pare che Vicente fosse uomo d'eccelsa cultura, ma certo, da buon cattolico e da eccellente musicista, conosceva il latino e ciò gli valse la conoscenza diretta dei classici della comicità. Fu inoltre autore bilingue, cioè in portoghese e in spagnolo (un castigliano intriso di lusitanismi e di leonesismi, dato quest'ultimo che sottolinea la derivazione di Vicente da Juan del Encina e da Lucas Fernández). Alla corte portoghese, a iniziare dal 1502, si rappresentarono le prime opere di Vicente. Si sa che almeno dal 1516 in poi i suoi autos, man mano dopo che venivano recitati, erano stampati su fogli volanti. Ma poco prima della morte Vicente si dispose alla compilazione (Copilaçam) delle sue opere complete; ma ebbe appena il tempo di raccogliere un certo numero di copioni a stampa e manoscritti. La compilazione fu terminata dal figlio Luis e stampata negli anni 1561-62. La censura dell'Inquisizione, tuttavia, stava prendendo di mira il teatro di Vicente fin dal 1551, con proibizioni e rifacimenti, sicché non si può garantire l'integralità e l'autenticità dei testi contenuti nella Copilaçam. Vicente è il vero fondatore del teatro portoghese, e forse il più grande autore del teatro iberico prima di Lope de Vega, con le sue opere divise in commedie, farse e moralità. Quest'ultimo genere, che annovera l'Auto da Alma (Auto dell'anima), l'Auto dos cuatro tempos e l'Auto da Sibila Cassandra, è condotto alla massima perfezione con la Trilogia delle barche, mentre la farsa come genere letterario comprende O velho da horta (Il vecchio dell'orto) e Quem tem farelos (Chi ha crusca?) e giunge al culmine nell'Auto da Índia (1509) e nella Farsa de Inês Pereira (1523). Alla commedia propriamente detta non appartiene nessuna opera di Vicente; ma anch'egli pose mano a intrecci romanzeschi in Comédia de Rubena, Comédia do viúvo (Commedia del vedovo) e nelle tragicommedie Dom Duardos e Amadis de Gaula. Nell'opera di Vicente vive e si muove la società del tempo, con i suoi vizi, le sue divisioni di casta, le sue tendenze morali e religiose. Alcuni critici sostengono che Vicente rappresenta sempre il punto di vista ufficiale, cortigiano, ma non è stato difficile scoprirvi prove d'indipendenza di giudizio e persino d'opposizione. L'idea medievale dell'amore cortese e il tema della crociata contro gli infedeli sono vivissimi in lui, ma assai nuovo è il punto di vista da cui è considerata la religione, che sfiora quasi il protestantesimo. L'umorismo di Vicente è sostanzialmente realistico e la sua arte si raccomanda ancora oggi per la spontaneità, la vivacità del linguaggio e l'innato senso della scena.

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