Villasòr

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comune in provincia di Cagliari (27 km), 25 m s.m., 86,61 km², 7065 ab. (villasorresi), patrono: san Biagio (3 febbraio).

Centro del Campidano, situato presso la confluenza del rio Malu nel Flumini Mannu; è compreso nel Parco Geominerario della Sardegna. Il borgo, sorto in epoca bizantina, nel Medioevo (sec. XI) fece parte della curatoria di Gippi, compresa nel Giudicato di Cagliari, di cui fu più tardi capoluogo. Passato ai Della Gherardesca (1258) e poi ai pisani, nel sec. XIV fu coinvolto nelle lotte fra gli Aragonesi e i giudici d'Arborea e venne distrutto. Divenuto possesso degli Aragonesi, il paese fu ricostruito e infeudato a Giovanni Civiller. Con l'avvento degli spagnoli (1479) fu degli Alagon e venne posto a capo di una vasta contea (1497) che, nel 1594, fu eretta a marchesato. Passato agli inizi del sec. XVIII ai De Silva Alagon, con la caduta del regime feudale, nel 1839, fu del demanio.§ Nell'abitato sorge una casa-forte, raro esempio di architettura civile e militare in Sardegna, eretta nel sec. XV, con le mura coronate da merlatura guelfa; la parrocchiale di San Biagio conserva le originarie forme tardogotiche (sec. XV-XVI) nella torre campanaria, nel portale e in due cappelle.§ L'economia si basa in prevalenza sull'agricoltura, che produce cereali, ortaggi (soprattutto carciofi), coltivati nei campi o in serra, barbabietole da zucchero e frutta, e sull'allevamento ovino, caprino e bovino. Sono attive, inoltre, aziende nei settori alimentare (zucchero, conserve e acque minerali), meccanico, dei mangimi, delle carpenterie e dei materiali da costruzione.

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