Weöres, Sándor

poeta ungherese (Szombathely 1913-Budapest 1989). Compì lunghi viaggi all'estero che influirono sulla sua eclettica formazione artistica avvicinandolo allo studio della letteratura e della filosofia orientale. La sua opera poetica offre una straordinaria varietà tematica e stilistica che trascorre dal surrealismo al simbolismo, alla poesia popolare in un dettato poetico di grande raffinatezza formale. Si ricordano le raccolte Fa freddo (1934), La pietra e l'uomo (1935), Medusa (1944), La chiostra dei denti (1947), Saturno sommerso (1968), Psyche (1972), Poesie raccolte (1975), Trentacinque poesie (1978), Canto sull'infinito (1980), Il libro manoscritto (1981), Posta da lontano (1983), Il canto della terra ferita (1989). Importante anche la sua opera di traduttore (Epopea di Gilgamesh, poeti indiani, cinesi, francesi e, tra gli italiani, Dante, G. Leopardi, G. D'Annunzio).

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