acanto

sm. [sec. XIV; dal greco ákanthos]. Nome comune usato per indicare le piante del genere Acanthus della famiglia Acantacee. La più nota è Acanthus mollis,detta comunemente branca ursina, spontanea nei luoghi ombrosi dell'Italia centro-meridionale e della Francia mediterranea. Presenta radici lungamente fittonanti e ramificate; foglie basali grandi, pennato-lobate, sinuose e dentate, e foglie cauline più piccole e meno lobate; fiori grandi, ascellari ognuno a una brattea spinescente, zigomorfi, biancastri o rosei, venati di violetto, con labbro inferiore ampio, riuniti in lunghe spighe erette; il frutto è una capsula biloba con numerosi semi. L'acanto è coltivato come pianta ornamentale; le foglie un tempo ebbero impiego nella medicina popolare come emolliente. § Le foglie d'acanto sono spesso entrate come motivo naturalistico nella decorazione architettonica classica. Elemento essenziale del capitello corinzio e di quello composito che da esso deriva, lo svolgersi armonioso dei caulicoli e lo schiudersi dei fiori di acanto hanno trovato la loro massima espressione nell'Ara Pacis; nei girali di acanto dei pilastri di Afrodisia e della basilica di Leptis Magna si sono inserite poi figure animali e umane. Nell'architettura romana dai Severi in poi e soprattutto nell'arte paleocristiana è raffigurato anche l'Acanthus spinosus, dalle foglie appuntite e dalle forti nervature.

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