Lessico

(ant. e lett. acadèmia), sf. [sec. XIV; dal greco Akadḗmeia].

1) Giardino sacro ad Academo, posto nei pressi di Atene antica, in cui insegnava Platone e da cui derivò il nome della scuola filosofica da questo fondata.

2) Sodalizio di studiosi, istituito per decreto pubblico o per privato consenso, retto da proprie norme o statuti, al fine di curare e promuovere le lettere, le arti e le scienze: accademia degli Umidi, della Crusca, dei Lincei, dell'Arcadia. Anche il congresso, l'assemblea dei membri del sodalizio: fare accademia, tenere accademia. Il luogo stesso di riunione o la sede degli uffici amministrativi.

3) Scuola superiore in genere (nei Paesi anglosassoni secondaria), specialmente d'arte, recitazione, musica, o di scienze militari: accademia drammatica, musicale, di belle arti; accademia militare, navale, aeronautica.

4) Trattenimento, pubblico o privato, di musica, poesia, scherma e sim.; in particolare, saggio annuale dato dagli allievi di una scuola o collegio: assistere a un'accademia; “La sera... accademia vocale e strumentale al teatro e al ballo” (Carducci).

5) Fig., virtuosismo; vuoto sfoggio di bravura formale o tecnica: quando manca l'ispirazione, la poesia diventa accademia. In particolare, nello sport: fare dell'accademia, fornire prestazioni di valore puramente stilistico, prive di risultati concreti.

6) Nelle scuole d'arte, esercitazione di studio dal vero (specialmente del nudo).

Accademie moderne

L'accademia moderna ha origine da occasionali incontri tra letterati e uomini di cultura, incontri che vengono via via regolati e organizzati con l'aiuto di mecenati. L'accademia umanistica ebbe il suo modulo esemplare nell'Accademia Platonica Fiorentina, libera riunione di dotti sotto il patronato di Lorenzo il Magnifico. Nelle loro prime apparizioni (sec. XV) questi centri autonomi e spontanei ebbero la funzione di operare una nuova sintesi formale dei valori del pensiero. Tra il 1440 e il 1460 sorsero l'Accademia Alfonsina (poi Pontaniana) a Napoli, la Platonica a Careggi (Firenze), l'Accademia Romana o Pomponiana a Roma, l'Aldina a Venezia, ben presto imitate in Austria, Germania e Polonia. Il carattere prevalentemente didattico assunto inizialmente dalle accademie cedette il passo nel Cinquecento a un orientamento filologico-letterario favorito dall'affermarsi delle letterature in volgare e dal tramonto dell'umanesimo come ideale culturale: tale processo culmina con la fondazione della Crusca (1583) e più tardi dell'Arcadia (1690). Nello stesso periodo lo sviluppo del sapere scientifico e soprattutto l'influenza di Galileo determinarono la fondazione dei e del Cimento, mentre il tipico spirito specialistico del momento fece sorgere numerosi istituti con interessi particolari, come per esempio l'Accademia dei Segreti a Napoli, che indagava nel campo della medicina. Nello spirito del Rinascimento anche teatro e musica suscitarono, cominciando dall'Italia, l'interesse delle accademie, che infatti diedero inizio, nel Quattrocento, alle prime rappresentazioni profane e svilupparono, nel secolo seguente, un'attività intensissima, favorendo una nuova produzione tesa a qualificare l'aspetto laico del teatro e la sua conseguente istituzionalità borghese. In queste istituzioni, fra cui eccelsero soprattutto nel Cinquecento le accademie senesi dei Rozzi e degli Intronati, l'Olimpica di Vicenza, quella dei Sempiterni a Venezia e quella dei Filarmonici a Verona, la vita teatrale si svolse fino al Settecento, fino a quando, cioè, da tali centri maturarono le iniziative che portarono alla costituzione dei moderni e attuali teatri. L'espansione e la sempre maggiore importanza assunta dalle accademie crearono vari problemi: il superamento della fase mecenatistica, la necessità di continui aggiornamenti attraverso scambi di comunicazioni, di pubblicazioni di atti, memorie e rendiconti. L'eccessivo frazionamento (ogni città aveva una propria accademia), unito talvolta a pesanti forme di controllo e censura, risultò un fattore frenante per il processo evolutivo delle accademie italiane e ciò mentre in Francia e in Inghilterra avvenivano il progressivo conglobamento delle accademie e la loro trasformazione in istituzioni nazionali (Académie Française e Royal Society). In Francia infatti la politica di Colbert, che raccolse e sviluppò le intenzioni di Richelieu e di Mazzarino, avviò le accademie all'ordine e alla centralizzazione. In gran parte dunque per l'eccessivo frazionamento e per la mancata organizzazione centralizzata le accademie in Italia decaddero verso la superficialità e si andarono staccando dal filone della cultura europea. L'Illuminismo e la Rivoluzione Francese determinarono la fine di questo tipo di associazione (di cui si ha un esempio nell'Accademia dei Pugni fondata a Milano nel 1761 e vissuta solo pochi anni), accentuando il rigore culturale e sostituendo l'orientamento letterario con quello scientifico, in attesa della rifioritura di accademie che si ebbe con Napoleone. Durante la Restaurazione i governi dei vari Stati uniformarono i loro sforzi al rinnovamento delle accademie: in Italia ebbero così origine la Società Reale di Napoli, la Regia Accademia delle Scienze di Torino, mentre all'estero a fianco delle più celebri sorsero, da un accresciuto interesse per le scienze, numerose istituzioni fra cui la National Academy of Science negli Stati Uniti (1863). Il posteriore tentativo di unificare le varie accademie è sfociato nel 1920 nell'istituzione dell'Unione Accademica Internazionale (UAI) con sede a Bruxelles, alla quale l'Italia partecipa con l'Unione Accademica Nazionale.

Accademie di belle arti

Nel sec. XVI la bottega avverte i primi sintomi di una crisi, dovuta sia agli artisti, che acquistano coscienza della propria individualità espressiva, sia a una mutata situazione economico-sociale, che nel campo artistico si riflette in un nuovo rapporto fra il committente e l'autore. Michelangelo, Vasari, Leonardo si pongono ormai il problema dell'arte come attività speculativa e denunciano la mancanza di un insegnamento teorico, prima che tecnico; il maestro-imprenditore limita l'individualità e le possibilità di lavoro dell'allievo. Le prime accademie (a Firenze l'Accademia del Disegno nel 1563, a Roma l'Accademia di San Luca) nascono con la doppia funzione di impartire un nuovo insegnamento basato sulle scienze (anatomia, geometria, filosofia, storia) e di rendere gli allievi completamente indipendenti dalle leggi delle corporazioni artigiane. Già nei primi anni del sec. XVII le accademie, che si erano diffuse in tutta Europa, subirono un'involuzione. Nel campo della didattica assunsero posizioni retrive nei confronti delle nuove teorie artistiche, affermando la necessità di attenersi alle regole “classiche” (cinquecentesche) del disegno, della figura umana, della composizione, dei temi (mitologici e storici). Anche giuridicamente le accademie imposero nuovi legami agli artisti, controllandone l'attività attraverso concorsi ed esposizioni, che rappresentavano praticamente l'unica possibilità di trovare committenti. Inoltre la Chiesa della Controriforma riuscì subito a controllare le accademie italiane per produrre quell'arte-strumento di divulgazione religiosa che era uno dei cardini della sua propaganda (l'Accademia di Brera sarà fondata da Federico Borromeo). Nei Paesi retti dalla monarchia assoluta il re finanzierà direttamente l'accademia, imponendole precisi obblighi di glorificazione della potenza reale e di esaltazione della vita di corte (vedi Académie Royale). L'individualità dell'artista veniva così costretta entro i canoni “accademici”, contro i quali tentarono di ribellarsi più o meno apertamente vari artisti (Caravaggio, Goya). Le accademie portarono inoltre a una divisione qualitativa fra “arti belle” (pittura, scultura, architettura) e “arti minori”, considerate prive di valore artistico, e come tali di competenza dell'artigianato. Sarà il Romanticismo che svilupperà una critica cosciente all'accademismo in difesa dell'assoluta libertà dell'artista; i vari movimenti ottocenteschi europei, a partire dal purismo (1843), dal realismo (1846) e dal preraffaellismo (1848), si porranno tutti in posizione polemica o di totale rifiuto nei confronti delle accademie, per quanto riguarda sia la tecnica artistica che il controllo del mercato. Tutta l'arte contemporanea si è posta come “antiaccademica”, sviluppando proprio quei temi (rapporto fra arte e industria e artigianato, arte “politica”, sperimentalismo) che l'accademia aveva rifiutato. Attualmente le accademie di belle arti sono istituti a livello universitario cui si accede con il diploma del liceo artistico. Vi vengono insegnate le tecniche della pittura, della scultura e delle “arti minori”. Fra le numerose accademie italiane, vanno ricordate quelle di Venezia, Roma, Torino, Napoli e Milano.

Accademie militari

Istituti in cui si provvede alla formazione degli ufficiali delle forze armate in servizio permanente effettivo. Fra le prime di queste scuole celebri furono l'Accademia Militare di Bruxelles (sec. XVII) e la Kriegs Akademie che, fondata nel 1756 da Federico II di Prussia, acquistò tale fama da essere presa a modello. Iniziative del genere si ebbero anche negli Stati italiani: a Torino fu aperta per volere di Carlo Emanuele II una scuola per l'istruzione e l'educazione dei giovani di nobile famiglia, da cui derivò la Reale Accademia Militare; a Napoli Carlo III fondò l'Accademia dei Guarda Stendardi (1735) e l'Accademia Militare (1744); a Modena sorse sotto Francesco III una scuola per l'insegnamento della storia e della tattica, che divenne poi l'Accademia Militare Estense. Le attuali accademie militari italiane, a cui possono accedere i licenziati del Collegio Militare e delle scuole medie superiori, conferiscono, dopo i primi due anni di studi, la nomina ad aspirante o a sottotenente; alcuni insegnamenti in essa impartiti sono legalmente validi agli effetti di determinati corsi di laurea. Le cinque accademie militari esistenti in Italia sono l'Accademia Militare di Modena, che costituisce l'unico istituto di reclutamento per tutti gli ufficiali di carriera dell'Esercito, l'Accademia Navale di Livorno, l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, l'Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo e l'Accademia di Sanità Militare Interforze, istituita a Firenze nel 1969. Tra le principali accademie militari straniere vi sono: l'École Spéciale di Saint-Cyr per l'Esercito e l'École Navale di Brest per la Marina in Francia; la Royal Military Academy di Sandhurst per l'Esercito e il Royal Naval College di Darmouth per la Marina, in Gran Bretagna; la Military Academy di West Point per l'Esercito e la Naval Academy per la Marina, negli Stati Uniti.

Bibliografia

Per le accademie letterarie d'Italia

E. Scardamaglia, Accademie e istituti di cultura, Roma, 1939; P. Longardi, P. Galdi, Le accademie in Italia, Torino, 1956; M. Marcucci, N. Crevani, Accademie e istituzioni culturali in Toscana, Firenze, 1988.

Per le accademie d'arte

N. Pevsner, Academies of Art Past and Present, Cambridge, 1940; L. Caramel, F. Poli, L'Arte bella. La questione dell'Accademia di Belle Arti in Italia, Milano, 1979.

Per le accademie militari

F. L. Rogier, La R. Accademia Militare di Torino. Note storiche 1816-1860, Torino, 1895; La R. Accademia Navale (1881-1931), Tip. della R. Accademia Navale, 1931; Quarantennale dell'Accademia Aeronautica, 5 novembre 1923-5 novembre 1963, Pozzuoli. Si veda anche l'Annuario della R. Accademia di Fanteria e Cavalleria 1938-1939, Modena, 1938; A. Santini, Livorno ammiraglia. Cento anni di Accademia navale, Livorno, 1981.

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