agitazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; da agitare].

1) L'agitare e l'agitarsi, anche in senso fig.: “Fu preso da un'agitazione d'occhi e di cuore” (Comisso). In particolare, movimento di protesta o di rivolta che rivendica obiettivi di carattere politico e sociale.

2) In psicologia: agitazione forzata, vedi anancasmo.

3) Processo fisico realizzato su una o più sostanze solide o liquide per mantenere in movimento la massa. Lo scopo è di impedire la separazione delle sostanze a peso specifico diverso che si stratificherebbero in assenza di moto nel recipiente che le contiene oppure di realizzare un intimo contatto tra le sostanze stesse. L'agitazione è realizzata per mezzo di agitatori.

Fisica

Per agitazione termica si intende il movimento continuo di cui sono dotati le molecole e gli atomi in tutti gli stati di aggregazione della materia; l'espressione è usata particolarmente nel caso delle molecole degli aeriformi. L'aggettivo “termico” indica che questo stato di moto corrisponde macroscopicamente al valore della temperatura, essendo quest'ultima un indice dell'energia cinetica posseduta in media dalle molecole che costituiscono il corpo in esame. Tuttavia alla temperatura dello zero assoluto non corrisponde la quiete assoluta, cosa che sarebbe incompatibile con i principi della teoria quantistica sui quali è fondata la fisica contemporanea. § In un conduttore metallico, anche gli elettroni di conduzione presentano agitazione termica, come se costituissero un gas all'interno del metallo stesso (gas di elettroni). Questo fatto provoca notevoli inconvenienti nella tecnica dei circuiti termoionici.

Teatro

È detto teatro di agitazione un aspetto particolare del teatro politico e di propaganda sviluppatosi nella Russia postrivoluzionaria. Ebbe caratteristiche di teatro di massa, recitato da migliaia di attori per grandi platee di spettatori e realizzato, non di rado, da registi di valore, con allestimenti spettacolari e dovizia di apparati scenici cui non restava estraneo lo stesso ambiente circostante. Basato su testi e azioni elementari, affrontò argomenti di chiara ispirazione marxista con una radicalizzazione di situazioni e di personaggi tesa a suscitare nel pubblico reazioni favorevoli alla lotta di classe. Originò un proprio repertorio (per esempio: L'anno rosso, 1919; Mistero del lavoro liberato dalla schiavitù, 1920; La presa del Palazzo d'Inverno, 1920) e si valse poi anche di drammi di autore e di nuove forme sceniche, ricorrendo alla tecnica del giornale parlato o vivente, alla rivista, al canto popolare, alla proiezione di diapositive e di sequenze cinematografiche. Sotto la direzione di Gajdeburov ebbe a Leningrado (attuale San Pietroburgo) una sede stabile ma portò le proprie rappresentazioni soprattutto in provincia e nelle campagne. Codificato da Erwin Piscator (Il teatro politico, edito a Berlino nel 1929), un teatro di agitazione sorse, negli stessi anni Venti del Novecento, in Germania e in Boemia, con drammi d'agitazione e didascalici scritti talvolta da autori illustri (per esempio Brecht), ma non raggiunse l'ampiezza di svolgimento e di risultati di quello sovietico.

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