altofórno

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sm. (pl. altiforni) [sec. XIX; alto+forno]. Forno a tino usato per la riduzione di minerali per cui sia richiesta un'elevata temperatura in un appropriato ambiente riducente creato dalla presenza di carbonio e di monossido di carbonio. Nei moderni altiforni per ottenere i valori voluti di temperatura si sfrutta essenzialmente il calore dovuto alla combustione del carbone. Gli altiforni sono usati da secoli per la produzione di metalli ferrosi (vedi siderurgia) e non ferrosi (in particolare piombo, ma anche stagno, rame e zinco) e, pur con notevoli differenze, hanno in comune alcune caratteristiche essenziali. La carica è a strati, uno strato è formato da agglomerati e fellects in varie proporzioni tra loro, l'altro da coke metallurgico. Ciò permette una migliore permeabilità al gas riducente. La carica viene immessa nella parte superiore del forno; scendendo essa attraversa successivamente le varie zone dell'altoforno (tino, sacca, crogiolo, zona delle tubiere) incontrando in controcorrente l'atmosfera gassosa riducente prodottasi al piano delle turbine per la combustione del coke a contatto con l'aria soffiata entro il forno attraverso apposite aperture. La corrente gassosa ascendente riscalda la carica e promuove varie reazioni chimiche sui costituenti la carica stessa. I prodotti della fusione, essenzialmente metallo fuso e scoria, si raccolgono nel crogiolo, posto sotto al piano degli ugelli. Le caratteristiche costruttive dell'altoforno sono influenzate dal tipo di metallurgia in cui è richiesto il suo impiego. Nella metallurgia del ferro l'altoforno è il mezzo produttivo più usato per l'ottenimento di ghisa; esso costituisce l'elemento di proporzioni più imponenti nel complesso dell'impianto: può raggiungere altezze superiori ai 40 m e capacità di produzione di 1000 t nelle 24 ore. Le varie zone sono a sezione circolare, internamente formate da materiale refrattario di qualità, e l'aria comburente richiede un preriscaldamento notevole prima di essere immessa alle tubiere per le elevate temperature richieste in esercizio. Nella metallurgia dei metalli non ferrosi (in particolare piombo) l'altoforno assume caratteristiche costruttive diverse: viene usato l'altoforno soffiato a camicia d'acqua avente la parte centrale, in corrispondenza della zona di massime temperature, formata da cassoni metallici nella cui intercapedine è fatta circolare acqua di raffreddamento. Le parti sottostanti (crogiolo) e sovrastanti (tino) sono in muratura refrattaria. La sezione è generalmente rettangolare molto allungata

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