Lessico

sf. [da apologetico].

1) Arte della difesa, in particolare della difesa ed esaltazione di una rivelazione religiosa. Anche l'insieme degli scritti apologetici, specialmente cristiani dei primi secoli, e lo studio critico che ne viene condotto.

2) Per estensione, letteratura dettata da sentimenti di difesa e di esaltazione.

Teologia cattolica: generalità

Parte della teologia cattolica (teologia fondamentale) che, prendendo spunto dalla forma primitiva di apologia (giustificazione) rivolta contro il paganesimo, si sviluppò sempre più sistematicamente, fino alla monumentale Summa contra gentiles di San Tommaso. L'apologetica in un primo tempo s'indirizzò contro i negatori della rivelazione cristiana, poi s'impegnò a chiarire la problematica “fondamentale” per la comprensione della stessa teologia del cristianesimo, esercitandosi, dal punto di vista dottrinale e liturgico, nei riguardi dei giudei e, da quello filosofico, dottrinale e politico, nei riguardi dei pagani.

Teologia cattolica: l'apologetica in lingua greca

Il primo periodo della letteratura cristiana in lingua greca (sec. II) si limita alla composizione di trattati per lo più brevi in difesa (apologia) della nuova religione contro le accuse e le calunnie dei pagani. L'elaborazione delle verità teologiche in questi scritti è invece debole, fondata com'è soprattutto sui metodi e le idee della filosofia classica nello sforzo di trovare i punti di contatto fra cristianesimo e ragione umana per presentare il messaggio cristiano come un convincente esempio di sapienza. Primo degli apologisti greci fu Quadrato che rivolse all'imperatore Adriano un'apologia ora perduta. Seguirono Aristide, che indirizzò la sua opera ad Adriano o ad Antonino Pio, e l'autore ignoto dell'Epistola a Diogneto, che è forse il primo capolavoro dell'antica letteratura cristiana. Venne poi, e fu il più grande di tutti, San Giustino, palestinese, martirizzato a Roma sotto Marco Aurelio, autore di due apologie e di un Dialogo con Trifone, rivolto contro gli ebrei. Suo discepolo fu il siriaco Taziano, che scrisse un Discorso ai Greci e il Diatessaron; pure sotto Marco Aurelio e Commodo scrissero Atenagora, ateniese (Supplica per i cristiani, Della resurrezione dei morti), Teofilo, vescovo di Antiochia (Ad Autolycum), e Ireneo di Lione, valente avversario dell'eresia gnostica.

Teologia cattolica: l'apologetica in lingua latina

Il primo periodo della letteratura cristiana in lingua latina (sec. II) coincise con il periodo in cui il cristianesimo dovette sostenere le persecuzioni degli imperatori e il dileggio dei filosofi pagani; l'attività dei suoi apologeti o “difensori” si volse quindi a sostenere la legalità e la nobiltà del pensiero e della morale cristiani. L'apologetica latina si caratterizza rispetto alla greca per la maggior energia con cui fronteggia il più vicino e pesante potere politico. Iniziato timidamente dall'Octavius di Minucio Felice, il movimento apologetico ebbe ben presto in Tertulliano il suo scrittore più ardente. Nel sec. III operarono San Cipriano, vescovo di Cartagine, quindi Arnobio, il poeta Commodiano e finalmente Firmico Materno e Lattanzio, quando ormai l'editto di Costantino consacrava il cristianesimo quale libero culto in tutto l'impero.

Teologia cattolica: l'apologetica medievale e moderna

In età medievale l'apologetica trattò i grandi temi filosofico-teologici ed ebbe come suoi avversari i giudei e i musulmani; fra tutte le opere di questo periodo primeggia la Summa contra gentiles di San Tommaso. A partire dal sec. XVII l'apologetica si distinse, come scienza, dalla trattazione teologica vera e propria e s'impegnò nella lotta contro il deismo e il razionalismo, che minavano le fondamenta stesse dell'ordine sovrannaturale. Suo arduo compito fu la dimostrazione dell'origine divina della Rivelazione. Alla fine del sec. XIX e all'inizio del XX, nuovo compito dell'apologetica fu la lotta alle tendenze immanentistiche di natura sia filosofica sia religiosa e al modernismo, come “somma di tutti gli errori”, configurandosi essa sempre più come scienza religiosa che accorre a difendere il patrimonio dogmatico-teologico del cattolicesimo ovunque si rivelino pericolosi eccessi di razionalismo, di laicismo o di qualsiasi altra tendenza eterodossa.

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