assèdio

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; latino volg. *adsedíum, rifacimento del classico obsīdíum]. L'insieme delle operazioni belliche svolte attorno a una piazzaforte allo scopo di impadronirsene: mettere, porre l'assedio, assediare; cingere, stringere d'assedio le mura cittadine; abbandonare, levare l'assedio; rompere l'assedio, aprire un varco tra gli assedianti. Per estensione, disposizione di più persone intorno a un luogo o davanti alla porta di un edificio, per controllare la situazione, per avere notizie, ecc.: i carabinieri hanno cinto d'assedio il rifugio dei manifestanti; riuscì a sottrarsi all'assedio dei fotografi. Si dice anche del fare insistentemente la corte a una donna. Fig., azione oppressiva, soffocante, esercitata dall'ambiente, da una sensazione, da uno stato d'animo: “L'universo ci stringe d'assedio nella nostra solitudine” (Sinisgalli). Per assedio economico vedi embargo.

Storia

L'assedio era già praticato dagli eserciti dell'antichità. I Greci conoscevano l'unico espediente di costruire attorno alla piazza assediata due muri, l'uno per riparare gli assedianti da eventuali sortite degli assediati e l'altro per difendersi da eventuali soccorritori esterni. I Romani continuarono l'uso del doppio muro (vallum) integrandolo però con terrapieni alti quanto le mura nemiche o anche di più e sui quali erano poste le macchine da getto; riempivano quindi il fossato, che correva attorno alla fortezza con terra o fascine, per avvicinare alle mura gli arieti; inoltre scavavano corridoi sotterranei per giungere alle fondamenta delle mura nemiche e provocarne il crollo scalzandole. Celebri furono gli assedi di Cartagine (146 a. C.), di Alesia (52 a. C.), di Gerusalemme (1099). L'arte dell'assedio decadde durante il periodo feudale ma rifiorì con le Crociate, quando furono nuovamente impiegate le tecniche già sperimentate dai Romani. Con l'invenzione della polvere da sparo e la conseguente adozione delle artiglierie da fuoco, la poliorcetica subì radicali trasformazioni. Dopo un periodo in cui prevalse la difesa, alla fine del sec. XV la potenza raggiunta dalle artiglierie prevalse sugli apprestamenti difensivi; non poche furono le piazzeforti conquistate dopo un violento bombardamento . L'epoca in cui l'assedio costituì il nerbo della guerra furono i sec. XVII e XVIII (memorabile quello di Vienna condotto dai Turchi, peraltro senza successo, dal 14 luglio al 12 settembre 1683). Si mirava allora essenzialmente alla conquista territoriale ma, data la scarsezza delle vie di comunicazione, una sola fortezza costituiva un ostacolo tale da non poter essere eliminato se non con la conquista a mezzo di assedio. Grande importanza avevano i lavori di mina, ma spettava soprattutto all'artiglieria aprire le brecce nelle mura: le batterie controbattevano i pezzi della difesa, mentre i mortai lanciavano bombe all'interno della piazza, appiccando incendi. Quando la breccia era aperta i difensori potevano negoziare la resa che nella maggior parte dei casi si realizzava poiché si esitava a esporre le città agli orrori del saccheggio, sempre concesso dopo l'assalto. Gran maestro dell'arte dell'assedio fu il Vauban. Le guerre napoleoniche non diedero grande importanza agli assedi; le fortezze venivano aggirate per mirare allo scopo della guerra che era la distruzione dell'esercito nemico. L'epoca moderna ha visto i grandi assedi di Sebastopoli (guerra di Crimea, 1854-55); di Parigi (guerra franco-prussiana, 1870-71) e di Port-Arthur (guerra russo-giapponese, 1904-05). La prima guerra mondiale vide quasi esclusivamente rapidi e violenti bombardamenti di piazzeforti, eseguiti con artiglierie di grande calibro, come a Liegi, Namur, Anversa (1914), Verdun (1916-17). Le operazioni della seconda guerra mondiale furono caratterizzate da un'estrema mobilità e pertanto si ebbero pochi episodi d'assedio. Si ricordano quelli dei Tedeschi a Sebastopoli (1941-42; 1944), Leningrado (1941-44) e Stalingrado (1942-43).

Diritto

Nel diritto bellico lo stato d'assedio è il trasferimento, nella città o zona assediata, di tutti i poteri all'autorità militare che impone ai cittadini una severa disciplina con ampie limitazioni delle loro libertà. Nelle legislazioni moderne lo stato d'assedio è l'istituto cui si ricorre in caso di gravissimi turbamenti dell'ordine pubblico. Esso comporta il passaggio di tutti i poteri all'autorità militare, la sospensione delle guarentigie costituzionali e l'istituzione di tribunali militari competenti nei confronti di tutti i cittadini. In Italia, lo stato d'assedio non era previsto dallo Statuto Albertino ma fu applicato in via consuetudinaria (a Carrara e in Sicilia nel 1894 e a Milano nel 1898) sulla base del principio che l'integrità dello Stato va tutelata con ogni mezzo. La Costituzione attuale non prevede il ricorso a questo istituto.

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