attività (etologia)

sinonimo di comportamento, ma nella consuetudine più usato in casi particolari. Attività a vuoto, questo termine viene talvolta usato in etologia per indicare un comportamento attuato in mancanza di un appropriato stimolo esterno. Per esempio, uccelli insettivori nutriti in voliera con alimenti artificiali simulano talvolta la cattura di un insetto e uccelli, pure tenuti in voliera, a cui siano forniti nidi prefabbricati possono simulare i movimenti di costruzione del nido in assenza dei materiali appropriati. In effetti non è possibile escludere che questi animali rispondano a qualche stimolo, sia pure di intensità bassissima, e il termine viene in genere accettato con l'implicazione che i valori di soglia per una determinata risposta possano abbassarsi notevolmente. Attività derivate, sono così definiti quei comportamenti la cui origine viene fatta risalire a schemi motori propri di altri comportamenti, in prevalenza movimenti intenzionali di attacco e di fuga o attività di sostituzione: nutritive (bere, mangiare) o di pulizia (allisciamento). Le attività derivate hanno in genere acquisito un significato di segnali attraverso il processo della ritualizzazione; attività di sostituzione si definisce un comportamento attuato da un animale in stato di tensione ed estraneo al contesto in cui esso appare generalmente. Per esempio, gli uccelli impegnati in combattimenti possono interrompere questa attività e raccogliere del cibo o lisciarsi le penne, anche se per lo più i comportamenti di nutrizione e di allisciamento sono in questo caso incompleti. Il termine si rifà alla teoria per cui se l'attuazione di un certo comportamento (per esempio la lotta) viene ostacolata o per mancanza di stimoli esterni o perché compaiono improvvisamente stimoli che evocano un altro comportamento incompatibile con il primo (per esempio la fuga), l'energia nervosa liberata per attuare uno dei due comportamenti viene incanalata verso un terzo comportamento (per esempio l'allisciamento o la nutrizione). Questa teoria implica che il comportamento estraneo possa esprimersi senza essere conseguenza di stimoli interni o esterni, ma questo non è universalmente accettato. Più comunemente si suggeriscono due condizioni perché un comportamento si manifesti come attività di sostituzione: una situazione di conflitto durevole fra le tendenze ad attuare due comportamenti opposti e la presenza di stimoli esterni specifici per l'attività di sostituzione. Questo significa che in una situazione di conflitto l'attività di sostituzione si esprimerà come nutrizione solo se presso l'animale è presente cibo, come allisciamento se lo stato di tensione provoca piloerezione o sudorazione, fenomeni che suscitano il comportamento di pulizia, ecc. Per ritualizzazione, alcune attività di sostituzione hanno probabilmente dato origine a segnali o a comportamenti comunicativi.

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