avvicendaménto

sm. [da avvicendare]. Atto, effetto dell'avvicendare o dell'avvicendarsi; successione, cambiamento, sostituzione: avvicendamento di truppe; avvicendamento di prefetti. § In agricoltura, avvicendamento delle colture, coltivazione alternata nel tempo di più specie vegetali sullo stesso appezzamento di terreno. Lo scopo principale dell'avvicendamento è quello di rimediare alla diminuzione delle rese quando una specie viene sempre coltivata sullo stesso terreno, dato che molte piante non tollerano di succedere a se stesse. Altri importanti scopi sono: la diminuzione dei rischi insiti nella monocoltura a causa sia di avversità specifiche sia di oscillazioni del prezzo del prodotto; la distribuzione più equilibrata degli acquisti, delle vendite e dei prodotti soggetti a trasformazione; la regolare distribuzione del lavoro, in modo da evitare sia le punte di lavoro gravoso sia i lunghi periodi di riposo; l'ottenimento di un più razionale sfruttamento del suolo. L'alternanza di colture nell'avvicendamento deve seguire un certo ordine in base alle conoscenze biologiche delle specie, classicamente distinte in preparatrici (o da rinnovo o sarchiate: mais, bietola, patata, ecc.), depauperanti (cereali) e miglioratrici (leguminose). L'avvicendamento nello spazio è continuo se ogni prodotto si ottiene ogni anno, discontinuo in caso contrario; in entrambi i casi è regolare se i prodotti sono su aree uguali, viceversa è irregolare. È misto quando sullo stesso fondo coesistono successioni regolari e irregolari. È da rilevare che in alcune aziende si ha una parte in avvicendamento e una parte fuori avvicendamento, come accade per esempio per il prato stabile irriguo nella pianura lombarda.

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