Lessico

agg. e sm. (pl. m. -chi) [sec. XIII; germanico blank, splendente].

1) Agg., che ha il colore (proprio della luce solare) risultante dalla miscela di tutti i colori dello spettro luminoso; anche con varie sfumature: luce naturale bianca; luce artificiale bianca; tela bianca; marmo bianco; denti bianchi; bianco come la neve; bianco come un giglio; bianco latteo; bianco sporco; bianco gesso, avorio; orso bianco, polare; bandiera bianca, segno di resa; alzare bandiera bianca, arrendersi; avere i capelli bianchi, canuti; fig.: far venire i capelli bianchi, far disperare; tovaglia bianca, di bucato, pulita; fig.: anima bianca, pura, senza colpa. In loc. fig.: notte bianca, trascorsa vegliando; arma bianca, da taglio o da punta; matrimonio bianco, non consumato; libro bianco, quello in cui si rendono pubblici documenti riservati; foglio bianco, su cui non è scritto nulla; dare a qualcuno carta bianca, lasciargli piena libertà di decisione e di azione (propr., dargli un foglio firmato su cui possa scrivere quello che ritiene opportuno); mosca bianca, cosa molto rara; scheda bianca, nelle elezioni, priva di segni che manifestino la scelta dell'elettore; voce bianca, di timbro fra il maschile e il femminile; coro di voci bianche, di bambini.

2) Per estensione, luminoso, abbagliante: “la bianca vampa, il silenzioso fervore del solleone” (Moravia).

3) Di colore chiaro, tendente al bianco: pane bianco; vino bianco; carni bianche, di vitello, coniglio, agnello che, dopo la cottura, diventano molto chiare; razza bianca, quella europoide; bianco come un cencio, molto pallido; diventare, farsi bianchi, impallidire; bianco e rosso, detto del colorito delle persone molto sane.

4) Sm., il colore stesso: vestire di bianco; sposarsi in bianco, della sposa che indossa abito e velo bianco il giorno delle nozze; cucire, ricamare di, in bianco, confezionare, ricamare biancheria; dare il bianco, ricoprire una superficie passandovi sopra calce o altra sostanza imbiancante; un bicchiere di bianco, di vino bianco; mangiare in bianco, seguendo una dieta povera di condimento in genere e di spezie, a base, per lo più, di riso bollito e condito con olio o burro crudo (riso in bianco), latticini e verdure condite con olio; cinema in bianco e nero, non a colori. Spesso contrapposto a nero, per esprimere antitesi: distinguere il bianco dal nero, il vero dal falso; pigliare il bianco per nero, una cosa per l'altra; fare del bianco nero, cambiare le carte in tavola; oggi dice bianco, domani nero, non è mai coerente; ci corre quanto dal bianco al nero, una differenza enorme. In varie loc. estens. e fig.: mettere nero su bianco, mettere per iscritto; lasciare in bianco, omettere di scrivere; lasciare una pagina, uno spazio in bianco, non scritti; assegno, cambiale in bianco, recante la firma ma non l'indicazione dell'importo; passare la notte in bianco, vegliando; di punto in bianco, all'improvviso. Frequente la loc. familiare andare in bianco, fallire, subire un insuccesso o uno smacco, specialmente in campo amoroso; non riuscire a soddisfare i propri desideri erotici: anche questa volta è andato in bianco.

5) La parte bianca di qualche cosa: il bianco dell'uovo, l'albume; il bianco dell'occhio, la sclerotica.

6) Appartenente alla razza bianca: i bianchi hanno tenuto a lungo in schiavitù popolazioni indigene. Per estensione, con richiamo alla tratta degli schiavi neri: la tratta delle bianche, avvio alla prostituzione di giovani donne in Paesi stranieri.

7) In senso politico, bianchi erano chiamati i Russi controrivoluzionari dopo la Rivoluzione d'Ottobre. Russo bianco traduce invece belorusso.

8) Base di cottura per carni, legumi o altro, ottenuta con farina, brodo (o acqua), aromi.

9) Nel gioco della dama e degli scacchi, il giocatore cui sono assegnati i pezzi bianchi. Negli scacchi al bianco spetta la prima mossa.

10) In numismatica, nome generico usato per indicare monete d'argento o di mistura imbiancate con un bagno d'argento. Per distinguerle, al termine generico si faceva seguire il nome della zecca o quello derivato dal tipo. Tra il 1563 e il 1583 il bianco era un grosso diffuso specialmente in Savoia. Nel 1563 Margherita e Guglielmo Gonzaga coniarono il bianco detto “di Casale”, in mistura, di ca. 4,60 g. A Ferrara Ercole d'Este emise un bianco detto “della Giustizia”.

Chimica

Genericamente, pigmento di colore bianco. I pigmenti bianchi, di solito inorganici, rappresentano la categoria più importante dei pigmenti sia perché il bianco è un colore predominante sia perché permette, in miscela con pigmenti colorati, di ottenere diverse sfumature. Il biossido di titanio, il più usato, è caratterizzato da un alto potere coprente, elevata stabilità e inerzia nei confronti dei composti organici; di conseguenza è usato per carta, plastica, inchiostri, fibre tessili, ceramiche, oltre che per vernici da interno ed esterno. Spesso è miscelato con solfato di calcio, solfato di bario o silicato di magnesioia per diminuirne il costo sia per impartirgli una maggior resistenza allo sfarinamento quando impiegato in vernici per esterni. Tra i pigmenti a base di piombo risaltano il carbonato basico (biacca), il solfato basico e il silicato basico: il primo è impiegato per vernici da esterno su legno o in miscela con biossido di titanio e ossido di zinco per impartire flessibilità, resistenza all'acqua e adesione; il secondo, sempre in miscela con altri pigmenti, impartisce adesione e flessibilità a vernici per esterni; il terzo impartisce a miscele di pigmenti proprietà anticorrosive per vernici da metallo. Tra i pigmenti a base di zinco predominano l'ossido, detto bianco di zinco, usato in miscela per impedire lo sfarinamento delle vernici e per accelerarne l'essiccamento o aumentarne la durezza, oltre al solfuro che è utilizzato per aumentare il potere coprente di altri pigmenti. Tra i pigmenti a base di antimonio, l'ossido è usato in vernici a base di coloranti organici come antifiamma.

Enologia

S'intende per vino bianco il prodotto ottenuto dal mosto di uve bianche o nere, trattato con particolari accorgimenti tecnici. Nei vini bianchi le sostanze coloranti contenute nelle bucce dell'acino sono in quantità minima e di qualità differente da quelle dei vini rossi. I vini genericamente definiti bianchi hanno in realtà una gamma vastissima di colori, dal bianco “carta”, trasparente e quasi incolore (capri bianco), attraverso il paglierino con riflessi gialli (orvieto) o verdognoli (verdicchio), al giallo dorato (albana), che tende all'oro antico (sauternes) o all'ambrato (passito, madera) coll'invecchiamento. Il termine è usato anche per definire i vini di una località distinguendoli dai rossi, per esempio: bianco delle Cinque Terre, bianco del Collio, bianco dei Colli Albani, ecc.

Ottica

Bianche vengono dette sia la luce che comprende tutte le radiazioni dello spettro visibile nella proporzione esistente nello spettro solare (o comunque in proporzione simile a essa), sia la sensazione visiva a cui tale luce dà luogo. In un'accezione molto più ampia si dice bianco una radiazione di natura qualsiasi (anche acustica: si parla, per esempio, di rumore bianco) costituita da una banda molto ampia di frequenze. È detta bianco naturale la luce la cui composizione corrisponde a quella media della luce del giorno; bianco artificiale è, invece, la luce emessa da sorgenti luminose a spettro continuo, in particolare da lampade a incandescenza. Sono detti illuminanti i diversi campioni di luce bianca artificiale; bianco colorimetrico o bianco di uguale energia è la luce caratterizzata dal fatto che la densità spettrale o flusso energetico specifico è costante in tutto il campo delle radiazioni visibili; è adottato come centro del triangolo di colore definito dalla Commissione Internazionale dell'Illuminazione (C.I.I.). La sensazione corrispondente può essere ottenuta mediante la miscela in dosi opportune di due o tre colori detti complementari (colore e colorimetria).

Simbologia

Spesso simbolo della luce e anche della purezza, il bianco è il colore che indica l'assenza del peccato (Isaia, I, 18) e lo stato di beatitudine (Apocalisse, VII, 9). A livello delle popolazioni primitive, il bianco è spesso considerato come colore in particolare relazione con il mondo dei morti. Ciò è evidente anche nei riti d'iniziazione, nel corso dei quali l'adolescente, che deve passare attraverso una morte e una rinascita rituali, ha il viso colorato di bianco. Inoltre per gli ornamenti si evita spesso di adoperare il bianco, appunto perché creduto il colore degli spiriti.

Tipografia

Zona non stampante di una forma di stampa, determinata dall'elemento mobile (anch'esso detto bianco) in questa inserito per giustificare la riga. Anche ogni zona bianca di uno stampato. I bianchi tipografici hanno altezza inferiore rispetto agli elementi stampanti; vengono fusi in lega tipografica, piombo, duralluminio, ma ne esistono anche in plastica. Si distinguono in: A) Bianco per la spaziatura, detti comunemente spazi, che servono a distanziare opportunamente fra loro lettere e parole; hanno sempre corpo uguale a quello dei caratteri con cui si accoppiano. Rispetto allo spessore gli spazi vengono classificati in: quadratone (spessore uguale al corpo), quadratino (spessore metà del corpo), terziruolo (1/3), mezzano (1/4), fino (1/6), finissimo (spessore uguale a 1 punto tipografico). B) Bianco per interlineatura, detti interlinee, con spessori di 1, 2, 3 punti. C) Bianco per margini, detti anche margini e lingotti, usati oltre che per giustificare la pagina anche per spaziare le righe di particolari composizioni (per esempio manifesti). Rispetto allo spessore vengono classificati in: mezzariga (spessore 6 punti) e riga (12 punti), sono però usati spessori fino a 120 punti; vengono forniti in giustezza multipla della riga tipografica. Questo procedimento tipografico è stato quasi totalmente superato dall'avvento della fotocomposizione.

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