bisante

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sm. [sec. XIII; dal bizantino byzántion, moneta di Bisanzio, tramite il francese ant. besant].

1) Nome corrente nel Medioevo per indicare la moneta aurea dell'Impero d'Oriente, il nomisma, coniata per la prima volta da Costantino il Grande (ca. 4,55 g), che conservò inalterato il suo valore sin verso il 1080, costituendo la moneta universalmente più pregiata. Dal nome degli imperatori dai quali furono emessi, i bisanti si dissero costantinati, romanati, michelati, ecc.; dalla forma a scodella, scifati. I bisanti coniati a Gerusalemme furono detti saracenati; quelli coniati nelle colonie veneziane (1251-59), staurati, dall'impronta della croce.

2) In numismatica sono anche detti bisanti i dischetti (circolini) che separano le parole nelle leggende.

3) In araldica, figura rotonda, d'oro o d'argento, che si trova in numerosissimi stemmi; prende il nome dalla moneta bizantina per il suo aspetto simile appunto a quello di una moneta senza impronta. In taluni stemmi la figura del bisante invece che d'argento o d'oro è di colore: si chiama allora più esattamente torta.

4) Tondino ornamentale scolpito su elementi architettonici di vario tipo (cornici, piedistalli, ecc.). Anche dischetto d'oro o d'orpello anticamente posto per ornamento sulla veste e nell'acconciatura dei capelli; lustrino.

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