Lessico

sf. [sec. XIII; latino catēna].

1) Serie di anelli o ganci metallici inseriti l'uno nell'altro in modo che possano articolarsi liberamente, usata come legame o come mezzo di collegamento o di sostegno: la catena del cane; in catena o più comunemente in catene, legati, vincolati con catena: essere, tenere in catene; mettere qualcuno alla catena, legarlo a una catena per lo più fissata nel muro, a un ceppo e similmente, catena dell'orologio, a maglie piccole e in genere di metallo pregiato; catena del camino, posta sotto la cappa per appendervi il paiolo; catena della porta, le cui estremità sono fissate ai due battenti in modo che si possa tener socchiusa la porta impedendo l'accesso; catene da neve, a maglia larga, che si montano sui pneumatici delle ruote motrici degli autoveicoli, per consentire l'aderenza su strade innevate o ghiacciate. In varie loc. fig., come simbolo di prigionia o di oppressione: la catena del dominio straniero; avere la catena al collo, essere soggetto alla volontà altrui; tenere alla catena, in stretta soggezione; mordere la catena, manifestare rabbiosa insofferenza per una condizione di schiavitù che non si riesce a scrollarsi di dosso; spezzare le catene, acquistare o riacquistare la libertà; anche soggezione morale, vincolo imposto dall'ambiente, dalla tradizione o da un proprio sentimento incontrollabile, specialmente amoroso: “Il mio intelletto è stanco delle catene domestiche” (Leopardi); le catene delle regole grammaticali; “l'amorosa catena / si soffre volentier, benché severa” (Metastasio).

2) Organo o elemento per la trasmissione di una trazione meccanica: la catena della bicicletta.

3) Elemento portante o di sostegno nelle costruzioni edili.

4) Serie, sequenza, successione continua di persone o cose collegate in maniera ininterrotta: catena alimentare,, catena di eventi, di conseguenze; una catena di successi, di calamità; fare la catena, disporsi in fila tenendosi per mano (specialmente in giochi infantili) o anche allinearsi a una certa distanza l'uno dall'altro per passarsi rapidamente qualche cosa di mano in mano. Con accezioni specifiche: A) nel linguaggio tecnico e scientifico, collegamento in successione continua di elementi, congegni, apparecchi, ecc., destinati a una stessa funzione: catena di montaggio; catena di raffreddamento; catena di controllo, ecc. In particolare: a) in elettroacustica, successione di apparecchi atta alla riproduzione, in un ambiente d'ascolto anche distante, del suono emesso da una sorgente. Nel caso più semplice è costituita da un microfono con relativo preamplificatore, un amplificatore microfonico, una linea, un amplificatore di potenza, un altoparlante. Nei casi più complessi si possono avere più linee e più altoparlanti, oltre ad altri apparecchi (miscelatori, compressori di volume, regolatori). b) In elettrologia, catena di conduttori, successione di conduttori collegati in serie a costituire un circuito elettrico; in particolare, si dice catena galvanica una catena di conduttori, uno dei quali sia un elettrolita. c) In informatica, serie di dati o di informazioni rigidamente collegati. Costituiscono una catena, per esempio, i segmenti di programmi elaborati sequenzialmente uno dopo l'altro e tali che l'uscita di uno costituisce l'entrata del successivo. d) In meccanica applicata, si dice catena cinematica o, spesso, cinematismo, l'insieme di più membri collegati da coppie cinematiche. Se i membri estremi della catena non sono vincolati l'uno all'altro, la catena si dice aperta, altrimenti è detta chiusa. In pratica, dato il loro interesse nelle macchine, vengono dette più propriamente catene cinematiche le catene chiuse nelle quali si ha un solo grado di libertà dei moti relativi, ossia quelle in cui, fissata la posizione di uno dei membri, restano determinate in modo univoco le traiettorie di tutti i punti degli altri membri. Esempi di catene cinematiche in questo senso sono l'insieme di due ruote dentate e del telaio, i manovellismi, ecc. Quando un membro è fisso la catena è detta generalmente meccanismo e il membro fisso prende il nome di telaio. B) In geografia fisica, serie di rilievi contigui o posti a distanza ravvicinata, non interrotti da profonde depressioni trasversali e costituenti un'unità morfologica: catene di monti, di colline. C) Gruppo di imprese appartenenti allo stesso proprietario o legate da un accordo commerciale: a) società a catena, particolare forma di coalizione fra imprese che si verifica quando una società controlla un'altra società che a sua volta ne controlla un'altra e così via. b) Negozio (o magazzino) a catena (o a succursali), forma di vendita al dettaglio su vasta scala, attuata quando una società commerciale dispone di numerosi punti di vendita riducendo così notevolmente i costi mediante la centralizzazione degli acquisti e delle funzioni di controllo. c) Catena volontaria, forma di vendita al dettaglio consistente nell'associazione fra un grande numero di grossisti e dettaglianti, stabilita al fine di ridurre i costi di distribuzione (mediante, per esempio, approvvigionamenti in massa), sviluppare il volume delle vendite, migliorare il servizio reso al consumatore. In Italia si chiamano comunemente “unioni volontarie grossisti-dettaglianti”. D) Catena logistica, servizio continuo di navi militari o mercantili che provvedono al rifornimento di una flotta distante dalla base. E) Catena di sonetti, serie in cui l'ultimo verso di ciascun sonetto è uguale al primo del seguente. F) Catena di giornali, gruppo di giornali, appartenenti a un'unica proprietà o a proprietari differenti, collegati fra loro per alcuni servizi (corrispondenze, commenti politici, ecc.). G) La loc. a catena si usa frequentemente per indicare collegamenti in stretta connessione o in successione continua: rima a catena, incatenata; lettere a catena, contenenti uno stesso invito (di solito a carattere religioso o assistenziale) mandato contemporaneamente a un certo numero di persone che dovrebbero accoglierlo e comunicarlo a loro volta ad altri; reazione a catena, in fisica e in chimica, successione di reazioni in cui ciascuna ne innesca una o più altre.

5) In matematica, sinonimo di insieme totalmente ordinato, cioè tale che, dati due elementi distinti, essi sono sempre confrontabili, ossia uno dei due precede l'altro, e gli elementi sono disposti a catena, nel senso intuitivo.

6) In statistica, catena di Markov, processo casuale in cui la legge di probabilità che regge il passaggio dallo stato di un certo sistema al tempo t0 a quello al tempo successivo t₁ dipende solo dallo stato assunto dal sistema al tempo t0 indipendentemente da quanto sia intervenuto prima di t0 e dopo t₁ o tra t0 e t₁.

7) In biologia, catena gangliare, sistema nervoso centrale di Anellidi e Artropodi. È costituito da un doppio cordone nervoso che corre lungo il corpo ventralmente e presenta due gangli per metamero uniti tra loro da fibre nervose dette commissure; catena respiratoria processo che consente la respirazione cellulare.

8) In etologia, catena di reazioni, è una sequenza di risposte a determinati stimoli che si succedono ordinatamente e il cui insieme costituisce un comportamento complesso. Gli stimoli possono provenire da oggetti ma anche da altri individui.

9) In chimica, struttura molecolare costituita dall'insieme di più atomi uguali legati tra di loro da legami covalenti. La catena può assumere forme diverse a seconda della disposizione degli atomi uguali: si parla così di catena aperta (lineare, laterale, ramificata), se la successione di atomi non si richiude su se stessa, e catena chiusa o anello nel caso contrario.

10) Nell'industria tessile, sinonimo di ordito.

11) Nell'industria mineraria, catena nel marmo, interruzione di un pelo del marmo la quale si oppone al distacco di un blocco omogeneo.

12) Antiq., sbarramento di travi, cavalletti, strutture metalliche, ecc., per impedire l'accesso a vie, ponti, fiumi, porti.

13) Lett., collana, corona: “togliersi di fronte una catena / vaga di perle” (Foscolo).

14) Motivo ricorrente della danza folcloristica, specie di quella campestre. Molto nota la chaîne anglaise (catena inglese), con figurazioni che ricorrono in numerose danze popolari europee, tra le quali le italiane trescone e 'ndrezzata.

15) Antica misura di lunghezza usata in alcune località italiane, che a Napoli equivaleva a ca. 18,5 m e a Roma a ca. 12 m.

Scienza delle costruzioni

"Per lo schema di volta a spinta eliminata tramite catena vedi il lemma del 5° volume." Elemento strutturale teso, associato a strutture spingenti (archi, volte) allo scopo di assorbire la spinta orizzontale che altrimenti potrebbe portare al ribaltamento dei sostegni verticali (pilastri, colonne, muri) quando non sia possibile dotarli di una sezione sufficiente ad assicurarne la stabilità "Per lo schema di volta a spinta eliminata tramite catena vedi pg. 54 del 6° volume." . È detta anche chiave da muro o, più genericamente, tirante. Con il termine catena si definisce oggi anche il corrente teso delle travature reticolari e il cavo che sostiene l'impalcato nei ponti sospesi. La catena viene realizzata solo con materiali resistenti a trazione, come legno, ferro, cemento armato, che assolvono bene alla funzione di contrastare le spinte. Troviamo diffusi esempi di catene massicce di legno nelle costruzioni bizantine e musulmane; di catene in forma di barre metalliche nell'architettura del Quattrocento italiano; di catene in forma di profilati metallici nelle costruzioni industriali e di catene formate da cavi di acciaio nelle strutture ad arco a spinta eliminata. Normalmente, la catena viene disposta orizzontalmente, in posizione opportuna e ancorata alle estremità, teste di catena, mediante introduzioni negli occhielli terminali di elementi metallici detti bolzoni. Per dare alla catena la tensione voluta si possono usare dei cunei infissi fra il bolzone e l'estremità dell'occhiello o, quando sia lasciata in vista, come nel caso di archi o volte a spinta eliminata, dei tenditori a manicotto.

Tecnologia: meccanica

Le catene per sollevamento "Per le catene di sollevamento vedi disegni al lemma del 5° volume." sono costituite da una successione di anelli ellittici (maglie) di acciaio infilati l'uno dentro l'altro e saldati; le maglie possono avere all'interno, nel senso del diametro minore, un perno (traversino) che conferisce loro maggior robustezza, evitandone le deformazioni causate da sforzi eccessivi "Per i disegni di catene per sollevamento ad anelli, ad anelli con traversino e catene Fleyer vedi pg. 54 del 6° volume." . Ve ne sono di due tipi: ad anelli calibrati, eventualmente con traversino di rinforzo, le cui varie maglie devono essere rigorosamente identiche tra di loro per essere accolte nelle gole sagomate delle pulegge e dei tamburi di avvolgimento; a maglia piatta (catena Fleyer) costituite da più piastrine collegate fra di loro. In campo navale le catene hanno grande importanza: vengono utilizzate per ancorare navi, boe, corpi morti, battelli fanale, per l'ormeggio di poppa delle navi, per rimorchi pesanti. Per le catene delle ancore di posta delle navi mercantili, il RINA (Registro Italiano Navale) stabilisce le caratteristiche, i tipi di acciaio, i procedimenti di lavorazione, le norme di collaudo; la quantità di catena per ogni ancora è stabilita come numero di lunghezze (tratti lunghi ciascuno 27,5 m), unite di solito tra loro con maglie apribili. Le catene per trasmissione "Per i disegni di catene per trasmissione Galle, a rulli tipo Renold, silenziosa, scomponibile vedi pg. 54 del 6° volume." "Per le catene per trasmissione vedi disegni al lemma del 5° volume." sono del tipo a piastrina; il passo (cioè la distanza tra due punti simili) e la larghezza delle maglie vengono accuratamente calcolati dovendo queste catene ingranare esattamente su ruote dentate. Infatti sono utilizzate negli apparati motore di biciclette, motociclette, macchine operatrici, ecc., poiché sostituiscono vantaggiosamente le trasmissioni a ingranaggi quando la distanza tra gli assi degli ingranaggi conduttore e condotto sia eccessiva e quelle a cinghia quando devono essere evitati gli slittamenti. Il tipo più semplice, a piastrine articolate con pioli (catena Galle), può essere usato solo per velocità basse (ca. 1 m/s) poiché l'usura è elevata, il carico di rottura basso e il funzionamento molto rumoroso. È possibile aumentare la robustezza della catena infilando su ogni piolo una bussola solidale alle piastre interne delle maglie (catena Zobel). Analoghe sono le catene a rulli (tipo Renold), nelle quali per diminuire l'attrito un rullo folle è sistemato sopra la bussola: la velocità può così arrivare fino a 6 m/s. Qualora gli sforzi da trasmettere siano notevoli (200 CV), le catene possono essere disposte in più file parallele unite fra di loro. Esistono anche catene silenziose, in cui le piastrine recanti due denti alle estremità sono collegate da piastrine semplici senza denti, e catene scomponibili, a maglie diritte o sagomate, nelle quali i vari elementi possono facilmente essere aggiunti o sostituiti. Nella progettazione di questa catena si deve tenere conto in particolare degli sforzi di trazione sui pioli e sulle piastre, di quelli di taglio nelle varie giunzioni, delle forze centrifughe che si manifestano in corrispondenza delle ruote di trasmissione. Molto importante è la lubrificazione, necessaria per ridurre l'attrito e la rumorosità. Diversi sono i sistemi usati a seconda dell'importanza e dell'accessibilità delle catene: dall'oliatura manuale periodica alla caduta di olio sulla catena, alla costante immersione di una parte di catena in un serbatoio d'olio, alla lubrificazione a getto continuo di olio in pressione. La legge cinematica delle trasmissioni con catena è identica a quella con ingranaggi, cioè le velocità di rotazione delle ruote sono inversamente proporzionali al numero dei loro denti; la trasmissione con catena è però meno costosa in quanto la lavorazione delle ruote per trasmissione a catena è molto più semplice di quella degli ingranaggi. Simili alle catene per trasmissione sono quelle per trasporto: queste richiedono però minor precisione di lavorazione e robustezza perché funzionano solitamente a velocità basse. In queste catene vengono disposti sulle piastrine, a intervalli regolari, appositi sostegni, su cui si possono fissare eventuali contenitori. Tutte le catene di trasmissione e di trasporto vengono messe in tensione da appositi rulli tenditori che assicurano la giusta tensione dopo il montaggio.

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